Alighiero & Boetti

Un beduino a Roma

Proprio nel 1972, anno in cui inizia il soggiorno romano, sdoppiò il suo nome e divenne per sempre  Alighiero & Boetti. Ma amò definirsi anche “Alì Ghiero, il beduino in transito accampato al Pantheon”.
Ora, al poliedrico artista torinese, figura cardine dell’Arte Povera e Concettuale, il MAXXI dedica una mostra che indaga nel rapporto con una città che costituì un trampolino per l’ignoto, favorendo nuovi percorsi creativi.

Opere molto diverse tra loro, che raccontano di una versatilità interiore e di un certo nomadismo, che si riflette anche in questi viaggi continui verso l’Afghanistan. Un Oriente tutto vissuto personalmente come poi sarà per Luigi Ontani e Francesco Clemente, che lo troveranno in India. Tutti e tre trovano degli orienti diversi e questo spiega anche perché non si tratti di andare a cercare un autentico Oriente, quanto di trovarlo dentro sé stessi
Luigia Lonardelli, Museo MAXXI

Trenta opere, molte inedite, che raccontano una stagione straordinaria segnata dall’esplosione del colore e l’enorme influenza che il lavoro di Boetti ebbe sulla comunità degli artisti della capitale.

Questo servizio è stato realizzato da RAI Cultura nel 2013, in occasione della mostra Alighiero Boetti a Roma, Roma, MAXXI