I pittori della realtà. Tra antico e moderno

La forza del vero in mostra ad Asiago

Noi ricreiamo l’arte dell’illusione della realtà, eterno e antichissimo seme delle arti figurative. Noi non ci prestiamo ad alcun ritorno, noi continuiamo semplicemente a svolgere la missione della vera pittura. Immagine di un sentimento universale, noi vogliamo una pittura capita da molti e non da pochi ‘raffinati’. 
Manifesto dei pittori moderni della realtà, 1947

La mostra I Pittori della realtà. Tra antico e moderno, a cura di Vittorio Sgarbi con Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari, ospitata nel Museo Le Carceri di Asiago, si propone di rileggere, con oltre settanta opere, una particolare stagione dell’arte italiana del dopoguerra, riportando in luce la forza e l’eredità artistica di un gruppo artistico che esordì nel 1947 contro il modernismo per difendere e recuperare la grande tradizione pittorica da Caravaggio alla pittura spagnola e fiamminga. 
Questo gruppo di artisti, firmatari di un manifesto programmatico, è integralmente rappresentato in mostra: Gregorio Sciltian (1900-1985), Pietro Annigoni (1910-1988), Xavier (1915-1979) e Antonio (1918-1984) Bueno, insieme con Alfredo Serri (1897-1972), Giovanni Acci (1910-1979) e Carlo Guarienti (1923) che si aggiunsero successivamente al gruppo.

Vengono inoltre presentate, a confronto con i moderni, opere di artisti antichi, prevalentemente del Seicento e del Settecento, alimentati dalla temperie caravaggesca prima e barocca poi, assunti a fonte di ispirazione e modello dei quattro firmatari del manifesto. Completa l’esposizione un capolavoro di Giorgio de Chirico, artista che costituì un riferimento continuo per  tutti e quattro i Pittori moderni della realtà, in linea con il “ritorno al mestiere” propugnato dal maestro della Metafisica. 


Antonio Bueno, Nudo con fiori, 1947, Collezione eredi Antonio Bueno, Fiesole

La mostra di Asiago consente di approfondire le ricerche sulle carriere dei singoli artisti, già note agli studiosi per ricchezza e complessità, e di ricostruirne la significativa parabola all’interno della storia dell’arte italiana del Ventesimo secolo. Ciò che accomuna i Pittori moderni della realtà è il desiderio di una rinascita della pittura, come dichiararono nel loro manifesto del 1947, scagliandosi duramente contro "le decadenti espressioni artistiche di molti contemporanei, manifestazioni della regressione e della rovina imperanti". A questi linguaggi contrapposero una rievocazione di antichi e più alti modelli stilistici, provenienti dal passato. Tuttavia, il mondo dell’arte marginalizzò e respinse duramente le loro istanze, non totalmente comprese e considerate radicali.


 Gregorio Sciltian, Natura morta, 1935, Mart, Collezione VAF-Stiftung

Tra le opere esposte anche la copia autografa del Ritratto della regina Elisabetta II realizzata da Pietro Annigoni con il suo allievo Romano Stefanelli. Immagine iconica del Novecento, il ritratto fu commissionato all’artista italiano tra il 1954 e 1955. La giovane Regina, da poco salita al trono, è raffigurata di tre quarti con la tenuta blu scuro dell’Ordine della Giarrettiera, il più antico ed elevato ordine cavalleresco del Regno. 
"A Pietro Annigoni, scrive Vittorio Sgarbi, tocca in sorte l’eredità di perpetrare nelle forme e nella sostanza le tecniche proprie di una bottega rinascimentale, permeando la sua ricerca artistica e la sua produzione pittorica sul primato del disegno secondo il modello reso esplicito da Leonardo e Michelangelo ed enucleato da Giorgio Vasari nelle sue Vite".
La mostra di Asiago offre, infatti, un ampio repertorio grafico di quest'artista che attesta le modalità di un percorso, all’insegna del disegno, mai interrotto.

I Pittori moderni della realtà guardavano ai modelli antichi per raggiungere una pittura tecnicamente impeccabile, credendo nel connubio perfezione-eternità, e aspiravano a un’arte che si ponesse fuori dal tempo, anzi, che fosse priva di tempo, con l’occhio però allenato alle inquadrature e alle dinamiche narrative del mondo cinematografico di allora. Si tratta sempre di finzione, ancora più efficace quando ci confonde e si confonde con la realtà.
Daniela Ferrari, curatrice della mostra


Giovanni Acci, Profilo (Ritratto di Milena), 1953-1954, Fondazione Cavallini Sgarbi

L'avventura del gruppo si consumò in pochi anni, tra il 1947 e il 1949: dopo la prima mostra a Milano, seguirono altre quattro collettive realizzate tra Milano e Modena in cui i Pittori moderni della realtà riscossero un grande apprezzamento dal pubblico e dai collezionisti, senza riuscire ad ottenere l'approvazione della critica più severa che, ormai alla soglia degli anni Cinquanta e con la nascita dei movimenti informali, giudicò il loro ritorno alle virù tradizionali della pittura, un'arte anacronistica. 

I Pittori della realtà. Tra antico e moderno 
Museo Le Carceri di Asiago, fino al 1° ottobre 2023

Foto di copertina
Antonio e Xavier Bueno, La carozza (Passeggiata alle cascine), 1942, Collezione privata