Charles Aznavour, lo chansonnier prestato al cinema

Un omaggio all'artista francese nato il 22 maggio 1924

Uno chansonnier prestato al cinema e che con il cinema ha avuto una conferma delle sue capacità di grande interprete. Amato da registi del calibro di Claude Lelouch o di François Truffaut, Charles Aznavour nasce a Parigi il 22 maggio 1924. Suo padre è un immigrato armeno, originario dell'attuale Georgia, e sua madre un'immigrata armena sopravvissuta al genocidio. Entrambi i genitori amano l'arte ed educano il piccolo Chahnourh al piacere della musica e del teatro. 

Debutta nel mondo dello spettacolo a soli 9 anni con il nome d'arte di Aznavour dal quale non si separerà più. Nel 1946 arriva la sua fortuna: la cantante francese Edith Piaf lo nota e lo porta con sé in una tournée che dalla Francia arriva fino in Canada. Dieci anni dopo la sua voce è conosciuta in tutto il mondo. E' la star dell'Olympia e la sua canzone Sur ma vie, si piazza per quattro settimane in vetta alle hit parade. Alla fine della sua lunga carriera avrà scritto più di mille canzoni, cantate in francese, in italiano, in napoletano, inglese e turco.

In Italia ha lavorato molto soprattutto negli anni Settanta, realizzando un intero album - Caro Aznavour - insieme ad Ornella Vanoni. Nel 1972 partecipa al Festivalbar con il brano Quel che non si fa più ed è ospite al Festival di Sanremo per due volte, nell'82 e nell'89. 

Al cinema approda giovanissimo, nel 1936 quando esordisce nel film  di Jacques Daroy La guerre des gosses. Ma il pubblico ha modo di apprezzarlo nel ruolo di protagonista solo nel 1959 con la pellicola Dragatori di donne (Les Draguers) di Jean-Pierre Mocky. Nel 1965 gira, insieme a Lino Ventura, il film Sotto il tallone diretto da Pierre Granier-Deferre e l'anno dopo Vado in guerra a far quattrini per la regia di Claude Bernard-Aubert. Nel 1979 è nel cast del capolavoro di Volker Schlöndorff Il tamburo di latta e nell'82 è co-protagonista del film di Claude Chabrol I fantasmi del cappellaio. Con Claude Lelouch gira nel 1983 Edith e Marcel e Viva la vita nel 1984.

Esce nel 2002 il film di Atom Egoyan Ararat, il monte dell'arca. Presentato fuori concorso al 55º Festival di Cannes, il film mette al centro della narrazione il tema storico-politico del genocidio del popolo armeno che Aznavour stesso porta nel suo DNA. Qui l'attore francese di origini armene interpreta la parte del regista Edward Saroyan, impegnato a girare proprio una pellicola sul massacro di un milione e mezzo di armeni ad opera dei turchi tra il 1915 e il 1916. Ma l'impegno umanitatio e politico dell'artista nei confronti del popolo dal quale proviene è precedente: nel 1995 già aveva ricevuto la nomina ad Ambasciatore itinerante dell'Armenia presso l'UNESCO per il suo impegno nella causa. Nel 2004 assume addirittura il titolo di Eroe Nazionale dell'Armenia. 

Nel filmato con cui Rai Cultura lo vuole ricordare, l'artista è il protagonista del film di François Truffaut Tirate sul pianista (1960), tratto dalla crime novel di David Goodis Down There del 1956.

La pellicola racconta la storia di un musicista timido e romantico, un tempo concertista di successo che dopo il suicidio della moglie Charlie si è ridotto a suonare il piano in una piccola bettola di Parigi. Un giorno, per proteggere suo fratello Chico, si trova coinvolto in un regolamento di conti tra malavitosi, ed è costretto a scappare con la sua nuova compagna, Lena, ma il destino non lo risparmia.