Paolo Panelli, lunga vita al maestro dello sketch

Un omaggio all'attore scomparso il 19 maggio 1997

... Paolo nun ce sta più. Giuro su Dio, manca quarcuno che non sta ner coro, e me sento stonato pure io
Gigi Proietti

Er sor Cecconi anche detto Ceccon Brown, Menelao Strarompi, il tassinaro romano che porta i clienti dove gli pare e mai all'indirizzo richiesto, i personaggi del varietà televisivo Ma che sera (1978) che prendevano in giro i programmii di vendita delle televisioni commerciali appena nate. Attraverso gli indimenticabili sketch di Paolo Panelli si può ricostruire l'intera storia della televisione italiana e insieme del costume nazionale, dalla famosa Canzonissima del 1959 (interpretata dal trio Panelli, Manfredi e Delia Scala) fino al 1980 con lo spettacolo Giochiamo al varieté, che segna l'ultima apparizione sul piccolo schermo dell'attore e di Bice Valori, moglie e spesso partner anche sul palcoscenico. La Valori infatti muore quello stesso anno e Paolo, da quel momento, non sarà più lo stesso.


Paolo Panelli e Bice Valori

Sì perché anche nella vita Paolo Panelli era un intrattenitore formidabile: spiritoso, arguto, ironico, sempre pronto alla battuta, al commento strafottente. Una voce libera, "fuori dal coro" (era stonato e comunque cantava!) come lo definisce Gigi Proietti nel sonetto che gli dedicò quando, il 19 maggio 1995, l'attore si spense. 

Goldoni, Shakespeare, Moliére, Cecov e tante commedie firmate dalla premiata ditta Garinei&Giovannini a cominciare da Col naso lungo e le gambe corte (1948) fino ad Accendiamo la lampada (1980) e passando per Buonanotte Bettina (1956) e Un trapezio per Lisistrata (1958). Panelli di teatro ne ha fatto tanto e a teatro era nato, debuttando nel nel 1946 con Il giardino dei ciliegi, lavorando poi al Teatro Piccolo di Roma fino al 1951. Ma con la televisione, e ancor prima con la radio (Varietà varietà) conobbe il successo e la popolarità. 


Canzonissima 1959. Paolo Panelli, Delia Scala e Nino Manfredi

Nel cinema Panelli ha interpretato soprattutto ruoli da caratterista, recitando in Noi duri (1960), di Camillo Mastrocinque; L'assassino (1961), di Elio Petri; Il conte Tacchia (1982), Sing Sing e Questo e quello (1983), di Sergio Corbucci; Grandi magazzini (1986), di Castellano e Pipolo, Splendor (1989), di Ettore Scola con cui ottenne una candidatura come miglior attore non protagonista ai David di Donatello del 1989 e infine Parenti serpenti di Mario Monicelli (1992).

Nel 1992 partecipa a Magazine 3 insieme a Oreste De Fornari, Gloria De Antoni e Daniele Luttazzi. La sua ultima interpretazione nelle stagioni 1995 e 1996 del telefilm Pazza famiglia di Enrico Montesano.