Rai Teche

La Rai e il restauro delle pellicole

L'importanza di  preservare lo sterminato archivio audio-video della Rai trasformandolo in digitale per poterlo consegnare alle nuove generazioni, salvaguardando la memoria storica del Paese. Questo dal 1996 l'obiettivo di Rai Teche, la Direzione che si occupa della custodia del patrimonio filmico dell'azienda radiotelevisiva italiana.

Un poderoso progetto di conservazione, completamente realizzato all'interno dell'azienda, che prevede la lavorazione di più di 3 milioni di supporti di differente tipologia, a partire dalla pellicola, primo materiale utilizzato per la realizzazione di prodotti filmati, ereditato direttamente dal cinema. Nei due poli di Roma e Torino, la Rai custodisce più di un milione di pizze 16 e 35 millimetri, tanto preziose quanto facilmente deteriorabili.


Pellicola

La lavorazione avviene attraverso un moderno film scanner che scansiona, mantenedoli separati, il video e il relativo audio, ma in contemporanea. Tutto il processo viene controllato da un software apposito di remotaggio. La risoluzione della parte video può arrivare fino a 4K, il nuovo standard per i televisori di fascia alta. Il file digitale, in alta risoluzione, ottenuto da questo primo processo di lavorazione, sarà poi oggetto di un restauro che ne migliorerà ulteriormente la qualità.


Un fotogramma prima e dopo il restauro

Per restaurare un intero film occorrono ben due mesi di lavoro. Il restauro digitale infatti è un procedimento complesso che richiede, oltre a tempo e pazienza, una grande professionalità: competenza tecnica e continuo aggiornamento per essere all'avanguardia. Anche gli apparati tecnici utilizzati devono essere funzionali ad un tipo di lavorazione molto particolare. Intatti, per recuperare il materiale filmico da supporti obsoleti ormai non più sul mercato, sono necessari apparati in grado di leggerli. Il ricorso alla tecnologia 3D per ricostruire parti di ricambio fuori commercio, consente di continuare ad utilizzare tutte le vecchie tipologie di supporti.

Ben 24 robot provvedono a ripulire le pellicole. Poi, nella cosiddetta "fase play", la macchina produce il file master di alta qualità, fedele all'originale. Conclusa la fase di digitalizzazione si passa alla verifica del prodotto finito e la consegna ai sistemi aziendali: T3, la nuova teca master digitale, e il catalogo multimediale che contiene tutta la documentazione che consente la ricerca e l'utilizzo di tutto il materiale conservato.

La sala del traslatore nella sede romana della Rai è la più grande teca-master dell'azienda. Conserva più di 2 milioni di supporti. Un patrimonio collettivo dal valore inestimabile che, grazie alla digitalizzazione che lo salva dal decadimento e dall'usura del tempo, rimarrà vivo e fruibile per sempre.

Il progetto di digitalizzazione dell'archivio Rai è realizzato in collaborazione e con il contributo delle Teche Rai, del Centro Ricerche, della Direzione ICT, della Produzione TV e del Coordinamento Sedi Regionali. In questa intervista parlano alcuni dei protagonisti di questo fondamentale lavoro di conservazione: Giorgio Balocco, Gabriele Di Matteo e Davide Mazzucco.