Cineteca Nazionale CSC

Il più antico archivio cinematografico italiano

La Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, istituita con una legge dello Stato nel 1949, è il più importante archivio cinematografico in Italia e tra i più importanti archivi cinematografici in Europa e nel mondo. Conserva nei suoi scaffali pellicole provenienti da tutto il mondo, dai capolavori del cinema muto ai film sperimentali, dai documentari ai grandi classici del cinema del dopoguerra. Grazie a questa ricchissima collezione può essere ricostruita l’intera storia del cinema italiano.

Circa 60.000 titoli tra lungometraggi e cortometraggi, una parte importante è rappresentata dalle pellicole nitrato, molte delle quali sono copie uniche. Consistente anche la raccolta di cinegiornali e documentari nazionali ed internazionali. Nell'archivio sono presenti anche tutti i lavori realizzati dagli studenti della Scuola Nazionale di Cinema. La maggior parte del materiale è su pellicola 35mm, ma numerosi sono i 16mm e altri formati come 70mm, 28mm, 9,5 mm, 8mm e super8.

Preservare e restaurare sono i due obiettivi principali della Cineteca Nazionale che, oltre a digitalizzare il proprio patrimonio per renderlo fruibile al più vasto pubblico possibile, da sempre supporta anche restauri condotti da altre cineteche italiane come il Museo del Cinema di Torino e la Cineteca di Bologna, mettendo a disposizione le proprie pellicole per le lavorazioni. Dopo il delicato lavoro di restauro e la duplicazione, i film della Cineteca Nazionale sono utilizzati per un’intensa attività di diffusione culturale: ogni anno infatti, grazie al meccanismo del "prestito culturale", vengono organizzate in Italia e nel mondo oltre 1500 proiezioni.


Una scena del film "I due fratelli" (1911) di Eduardo Scarpetta restaurato dalla Cineteca Nazionale

Per spiegarci come la Cineteca Nazionale del Centro Sperimentale di Cinematografia porta avanti la sua missione istituzionale, Rai Cultura ha intervistato l'attuale conservatore della Cineteca, Alberto Anile e Sergio Bruno, responsabile dell'area Preservazione e Restauro della Cineteca del CSC.

Il conservatore di una cineteca non è solo un dirigente con il compito di preservare le pellicole dai rischi di decadimento fisico ma ha anche il ruolo di diffonderne la conoscenza. E la Cineteca Nazionale ha questi compiti fondamentali: conservare il patrimonio del cinema italiano, ricevendo per legge ogni copia di ciascun film o fiction prodotte da chiunque giri qualcosa in Italia, e farle vedere al pubblico.
Alberto Anile



Un fotogramma del film di Ettore Scola "Una giornata particolare" dopo (a sinistra) e prima (a destra) del restauro

Visitare il laboratorio del Centro Sperimentale di Cinematografia, reparto digitale, vuol dire ritrovarsi nel cuore delle operazioni di restauro e digitalizzazione. Negli ultimi trent'anni l'uso della tecnologia digitale per questo tipo di lavorazioni è sempre più rilevante. Le nuove tecnologie in questo campo sono servite non solo a restituire nuova vita alle pellicole più antiche, come quelle prodotte dal cinema muto, ma anche ad intervenire su film più recenti come, ad esempio, la pellicola di Ettore Scola del 1977 Una giornata particolare, di cui vediamo un fotogramma che mostra il dopo (a sinistra) e il prima (a destra) del restauro (foto in alto).

Il faro che guida la scelta dei film da restaurare dovrebbe essere quello della tenuta dei materiali. Ci sono dei film, anche degli anni Settanta, Ottanta e persino Novanta, che se sono a colori cominciano ad alterarsi, a decolorarsi e anche se non sono in sindrome acetica, hanno bisogno di un intervento
Alberto Anile

L'intervento di restauro oggi passa soprattutto per il digitale: la pellicola viene acquisita, scannerizzata, ripulita al computer e, una volta effettualo il restauro digitale, è possibile trasferire il filmato su un nuovo supporto che, in quanto tale, se ben conservato, garantisce all'audiovisivo una sopravvivenza di almeno altri cent'anni. Ultimamente la Cineteca Nazionale si è dedicata al restauro di moltissime pellicole degli anni Settanta poiché in quegli anni, probabilmente, si utilizzavano stock di materiali destinati a subire un decadimento particolarmente repentino. Per evitare di perdere per sempre questo prezioso patrimonio bisogna intervenire il prima possibile.

 

Una giornata particolare, restaurato recentemente dalla Cineteca Nazionale con il contributo dello stesso Ettore Scola, è un film del 1977. Relativamente recente ma bisognoso di un intervento di recupero, non solo per preservarlo dal decadimento, ma anche per recuperarlo nella sua forma originale, dato il particolare tono fotografico che il regista e il direttore della fotografia Pasqualino De Santis hanno voluto dare al film per richiamare nello spettatore il clima cupo e pesante che si respirava nella Roma del 1938 durante la visita di Adolf Hitler. 

Quei grigi erano il colore della memoria, scelto come funerea messa in scena del fascismo
Ettore Scola

La pellicola, nella versione restaurata in Alta Definizione, nel 2014 ha vinto il Premio Venezia Classici per il Miglior Film Restaurato alla 71ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.