Greta Garbo, la Divina

Dal muto all'Età d'oro di Hollywood

Una bambina timida che preferiva la solitudine. Fantasticava Greta da piccola perché fantasticare, diceva, è meglio di giocare, a meno che non si giochi a “fare il teatro”. 

Il mio gioco preferito era recitare, organizzare spettacoli nella cucina di casa, truccarsi, mettersi addosso abiti vecchi o stracci e immaginare drammi e commedie
Greta Garbo

La Divina nasce a Stoccolma il 18 settembre 1905. A 14 anni deve abbandonare la scuola per occuparsi del padre che si ammala gravemente e muore nel 1920. Inizia per l’adolescente Greta Lovisa - questo era il suo nome di battesimo - un periodo di sacrifici e ristrettezze economiche che la costringono ad accettare perfino un lavoro nel negozio di un barbiere.
La sua vita cambia per sempre il giorno in cui il regista Erik Petschler entra nel reparto modisteria dei grandi magazzini “PUB” di Stoccolma. Cerca cappellini da abbinare ai costumi di scena del suo ultimo film. E’ il 1922 e Greta fa la commessa proprio lì. Lei stessa aiuta Petschler nella ricerca. I modi gentili e la bellezza senza fronzoli della giovane donna lo conquistano. Così si conclude il primo capitolo della favola che vedrà Lovisa Gustafsson trasformarsi nella Divina Greta Garbo.

Lo pseudonimo lo sceglie per lei Mauritz Stiller, considerato uno dei più geniali ed eccentrici registi dell'epoca, finlandese di nascita e svedese d'adozione. Sarà lui a prendere Greta sotto la sua ala protettrice, le farà da maestro e da pigmalione, ne trasformerà aspetto e modi per poterla lanciare nel cielo delle stelle più brillanti di Hollywood.

Greta sbarca negli Stati Uniti nel 1927 e fino al 1937 gira una ventina di pellicole in cui interpreta sempre lo stesso ruolo: la seduttrice priva di scrupoli destinata ad una tragica fine. Le produzioni holliwoodiane la volevano solo così: spia senza scrupoli nel film Mata Hari, assassina e doppiogiochista in La donna misteriosa oppure aristocratica viziata in Destino o, ancora, moglie infedele in Orchidea selvaggia e Il bacio. Ma come dimenticare la sua interpretazione dell’eroina tragica di Lev Tolstoj Anna Karenina, a fianco dell’attore Fredric March? 

Sebbene la Garbo non amasse lo stereotipo femminile che la costringevano a rappresentare, furono questi personaggi, il loro mistero e l’alterità, a contribuire in maniera determinante a creare il suo mito.
Il passaggio dal film muto al film sonoro alimentò gli espedienti di fascinazione. Ora la Garbo avrebbe avuto anche la voce per sedurre il suo pubblico. Lo fece per la prima volta nel 1927 nel film Anne Christie, tratto da un dramma di Eugene O’Neill: 

..Jimmy, un whisky con ginger-ale a parte. E non fare l'avaro, baby...

Il primo regista che cerca di strappare la Garbo al cliché per valorizzare le sue qualità artistiche è Lubitsch nel 1939, il film è Ninotchka. La produzione lo pubblicizza scrivendo a caratteri cubitali sui manifesti: La Garbo ride!  Infatti, era la  prima volta che l’attrice rideva sullo schermo di un cinema.

La carriera straordinaria di questa donna bellissima ma insofferente alla vita mondana e allo star system, si conclude presto: a 36 anni Greta Garbo lascia il cinema. Il suo ultimo film, Non tradirmi con me di George Cukor, che esce nelle sale nel 1941, in piena guerra mondiale, è un fiasco. 

L'attrice ritorna nell’anonimato, nel pieno della fama, forse appena in tempo per poter restare per sempre il prototipo della diva per eccellenza. Morirà a New York il 15 aprile 1990 all’età di 85 anni. Il muro di riserbo che aveva costruito intorno a sé per tutta la vita, a protezione della sua privacy, si infrange quando vengono ritrovate le sue lettere all'intima amica Salka Viertel, firmate GG o Tusha:

Salka, so che sono una persona impossibile... Non vedo nessuno, non vado da nessuna parte. Mi piacerebbe che tu venissi a prendermi... E' difficile e triste essere sola, ma a volte è ancora più difficile stare con qualcuno...