Louis Armstrong tra musica e cinema

4 agosto: a 120 anni dalla nascita della star del jazz

Già i numeri sono impressionanti: 345 le pellicole che contengono suoi brani o partecipazioni a colonne sonore e 35, tra 1930 e 1976, le apparizioni sul grande schermo. La sua stella splende sulla Walk of fame di Hollywood, 6255 Sunset Boulevard. Nato 120 anni fa - il 4 agosto 1901 - nella mitica New Orleans, la vita di Louis Armstrong è già di per sé una sceneggiatura cinematografica. Famiglia poverissima, da bambino si dà da fare per aiutare la madre a sostenere la famiglia raccogliendo carta e resti di cibo da rivendere ai ristoranti.

Impara a suonare la cornetta nella banda musicale di un riformatorio per ragazzi neri, l'Home for Colored Waifs di New Orleans, dove finisce a più riprese per delinquenza e, per un lungo periodo, quando, poco più che dodicenne, volle festeggiare il Capodanno del 1913 sparando in aria con un revolver rubato al patrigno. Suonava per la strada, con la sua Home Band, sui battelli che percorrevano il Mississipi finché ebbe il suo primo impiego alla Dance Hall di Henry Ponce's, sotto la guida di Black Benny. 

Quando nel 1922 anche Satchmo - diminutivo di Satchel Mouth che significa "bocca a forma di mestolo" - si trasferisce a Chicago, la nuova capitale del jazz, Joe "King" Oliver gli offrì di unirsi alla sua band che in breve tempo diventò la più importante della città. Louis comincia ad incidere i primi dischi come seconda cornetta, esibendosi anche nei primi assoli di tromba. Quando la Grande Depressione del 1929 sconvolge anche il mondo della musica, gli anni d'oro del jazz divennero un ricordo. Molti musicisti di fama cambiano completamente mestiere. 

Armstrong si trasferisce a Los Angeles dove trova un ingaggio nel Cotton Club della città. Qui incontra molte celebrità di Hollywood che lo frequentano abitualmente, tra cui Bing Crosby. Nel 1931 Louis appare nel suo primo film, Ex-Flame, interpretando se stesso diretto da Victor Halperin. Ma già aveva fatto qualche apparizione nel cinema: nel 1929 nel musical Hot Chocolates e nel 1936 nella commedia Pennies from Heaven.

Nel 1932 è protagonista, accanto alla mitica Betty Boop, del cartone animato I'll Be Glad When You're Dead You Rascal You e partecipa al cortometraggio A Rhapsody in Black and Blu. La sua carriera di attore si intensifica negli anni Quaranta con brevi comparsate e qualche parte da co-protagonista. Nel suo decimo film, Due cuori in cielo (1943) è diretto da un maestro del cinema come Vincente Minnelli. Nel cast anche Ethel Waters, Lena Horne, Eddie ‘Rochester’ Anderson.

Una commedia musicale ispirata all’omonimo musical di Lynn Rodd del 1940 una storia onirica e di sospensione tra il cielo e l’inferno, al cui interno Armstrong interpreta naturalmente il sorridente ‘the trumpeter’ e si esibisce insieme a Lena Horne, celebre stella della musica americana.

Recita ancora al fianco di Lena Horne nel 1947 in quella che la critica considera la sua migliore interpretazione cinematografica: La città del jazz (titolo originale New Orleans) del regista Arthur Lubin. Nel cast molte stelle della musica afro-americana dell'epoca, compresa Billie Holiday in una delle sue rarissime apparizioni sul grande schermo. 

Nel 1956 partecipa alla commedia sofisticata di Charles Walters Alta Società, l'ultima interpretazione di Grace Kelly accanto a Frank Sinatra e Bing Crosby. Rifacimento in chiave semimusicale di Scandalo a Filadelfia (1940) impreziosito dalle belle canzoni di Cole Porter e dalla tromba di Louis Armstrong. 

Sul set del film Paris Blues nel 1961 il regista Martin Ritt lo impegna in un contesto drammatico insieme a grandi star: Sidney Poitier, Paul Newman, Serge Reggiani e Joanne Woodward. Storie d'amore che si intrecciano con le tante difficoltà della vita di due jazzisti americani che si trasferiscono a Parigi in cerca di fortuna. La trama è un po' scontata ma il cast stellare, la musica di Duke Ellington interpretata da Armstrong con la sua orchestra, rimangono memorabili. Inoltre il film è coraggioso per l'epoca: negli anni Sessanta far suonare nello stesso gruppo musicisti bianchi e neri, raccontare due storie di amicizia “miste” – quella maschile e quella femminile - non è davvero così scontato in quell’America di cui John Kennedy è sì il Presidente, ma nella quale persiste ancora un razzismo diffuso.

Dal punto di vista musicale, il film raggiunge il proprio apice con l’ingresso di Louis Armstrong e della sua orchestra nel piccolo, fumoso locale parigino in cui si esibiscono i due protagonisti. È subito jam session. Sulle note di Battle Royal di Duke Ellington, si apre la «sfida» tra il grande trombettista e Newman/Bowen, Poitier/Cook, accompagnati dall’allora esordiente Serge Reggiani, che interpreta il chitarrista del gruppo. Sei spettacolari minuti di jazz travolgente ed esplosivo, quale sarà difficile ritrovare nei jazz-film che seguiranno
Strumenti&Musica Magazine

Due pietre miliari del cinema musicale hollywoodiano vedono la partecipazione del trombettista nero più famoso del mondo. La prima è Hello, Dolly, mitico musical diretto da Gene Kelly nel 1969 che conquista ben tre premi Oscar nel 1970: migliore scenografia a John DeCuir, Jack Martin Smith, Herman A. Blumenthal, Walter M. Scott, George James Hopkins e Raphael Bretton; miglior sonoro a Jack Solomon e Murray Spivack; e miglior colonna sonora a Lennie Hayton e Lionel Newman. Interpretato da Barbra Streisand, Walter Matthau, Michael Crawford, Marianne McAndrew e Danny Lockin con l’orchestra di Louis Armstrong.

Il secondo film cult è del 1976, diretto e interpretato dallo stesso Gene Kelly. Si intitola Hollywood... Hollywood ed è un nostalgico viaggio nei tempi d'oro delle commedie musicali made in Metro Goldwin Majer. Ci sono tutti i nomi più altisonanti del cinema americano, da Fred Astaire a Clark Gable a Frank Sinatra, compreso ovviamente Armstrong.