La guerra del Vietnam

Storia in breve

Alla fine del XIX secolo la zona geografica chiamata oggi Vietnam è una colonia della Francia e costituisce insieme a Laos e Cambogia l'Unione Indocinese. La Seconda Guerra mondiale sonvolge gli equilibri mettendo fine al dominio francese. Nel 1940 la Francia si arrende alla Germania e il regime di Vichy lascia il controllo dell'Indocina al Giappone. Il Vietnam passa da un dominatore ad un altro.

Si inizia però a imporre una figura cruciale per la futura indipendenza del paese, Ho Chi-minh, che dal 1941 ispira e guida un fronte nazionalista comunista che si oppone con fermezza fino alla fine del conflitto mondiale alle forze giapponesi e all'amministrazione francese.

La rovinosa caduta del Giappone dopo le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki favoriscono le forze Vietminh che ad agosto del 1945 prendono il potere proclamando l'indipendenza della Repubblica Democratica del Vietnam. 
La Francia non rimane a guardare e nel 1946 occupa il Vietnam del Sud con l'appoggio delle truppe britanniche e il momentaneo tacito assenso degli Stati Uniti. Inizia una guerra tra i partigiani del Nord e l'esercito francese che si protrae fino al 1949, anno in cui viene proclamato uno Stato del Vietnam del Sud, con capitale Saigon, questa volta riconosciuto anche dagli americani. Il conflitto si comincia ad intrecciare anche con la guerra fredda, rappresentando secondo la visione statunitense, non più un conflitto locale, ma un rischio di un'espansione comunista. Gli scontri andranno avanti fino al 1954, con la sconfitta francese. Agli Accordi di Ginevra nello stesso anno il paese viene diviso in due Stati indipendenti lungo il 17° parallelo con l'impegno di tenere entro due anni elezioni nazionali libere per la riunificazione del paese.

La Conferenza di Ginevra sancisce la sostituzione della Francia con degli Stati Uniti come potenza dominatrice del Sud-Est asiatico.

Gi americani temono di perdere il Vietnam e di subire un vero e proprio effetto domino in tutta l'area, con la sollevazione dei governi locali comunisti. Per questo appoggiano una divisione politica permanente del Vietnam, così da indebolire le forze nazionaliste comuniste, a vantaggio di uno Stato a Sud, non comunista. Si arriva così nel 1955 alla formazione di una Repubblica del Vietnam del Sud, sotto la guida di Ngo Dinh Diem. Dal Nord Ho Chi-minh appoggia un movimento di guerriglia per alimentare la lotta all'indipendenza e all'unificazione del Vietnam.

Nel 1960, si costituisce il Fronte di Liberazione nazionale (FLN o Vietcong), una coalizione di forze di opposizione sotto l’egemonia comunista, il cui obiettivo è rovesciare Diem al Sud e riunificare il paese.

Gli Stati Uniti intensificano il sostegno al governo del Sud, ponendo un'attenzione sempre più ampia nel Sud-Est asiatico. L’amministrazione Kennedy moltiplica rifornimenti militari e ‘consiglieri’ arrivando da 685 nel 1961 a ben 16.000 in soli tre anni, nel 1963. L'’offensiva vietcong non si arresta e il Vietnam del Sud continua a rimanere un paese instabile, travagliato da ripetuti golpe militari. Lentamente la guerra in Vietnam diventa un vero banco di prova della credibilità e del prestigio internazionale della potenza americana. Tre amministrazioni impegnate, costi sempre più elevati in termini economici e di vite umane, per un evento destinato a diventare il conflitto simbolo del secondo Novecento.

Una puntata della Storia in breve ne approfondisce gli eventi principali e gli snodi, con la guida del Prof. Gianluca Fiocco e il supporto delle Teche Rai.