Il Museo del Novecento
Il Palazzo dell'Arengario e le raccolte civiche di Milano
Si apre con un’opera simbolo di impegno civile e politico, il Quarto stato di Pellizza da Volpedo, il viaggio nell’arte del Novecento italiano messo in scena nel Palazzo dell’Arengario di Milano. Un edificio degli anni Trenta restaurato e riallestito nel 2010 per ospitare una raccolta che testimonia il periodo forse più fertile e creativo della città di Milano, una raccolta formata, innanzitutto, grazie alla generosità e alla passione dei milanesi per il collezionismo.
Dal 1902 il percorso si inoltra a documentare l’attività della prima avanguardia italiana, il futurismo, con un nucleo di particolare rilievo di sculture, dipinti, disegni di Umberto Boccioni, per offrire una panoramica significativa dell'arte tra le due guerre, fino a giungere agli anni Settanta del Novecento, con la prima rivoluzione che in Italia ha sottratto le ricerche degli artisti alle pratiche tradizionali della pittura e della scultura e le ha fatte sconfinare nell’installazione e nella performance.
Gli spazi espositivi affacciati sui monumenti identitari di Milano, Palazzo Reale, Duomo e Galleria Vittorio Emanuele II, valorizzano ed enfatizzano il lavoro di artisti che hanno avuto un ruolo particolare nella storia culturale della città, come Marino Marini e Lucio Fontana. Una seconda parte del Museo, allestita nel 2019, propone una lettura del Novecento come culla della sperimentazione linguistica e intermediale con un focus specifico sull’arte cinetica degli anni Cinquanta.
Dal 1902 il percorso si inoltra a documentare l’attività della prima avanguardia italiana, il futurismo, con un nucleo di particolare rilievo di sculture, dipinti, disegni di Umberto Boccioni, per offrire una panoramica significativa dell'arte tra le due guerre, fino a giungere agli anni Settanta del Novecento, con la prima rivoluzione che in Italia ha sottratto le ricerche degli artisti alle pratiche tradizionali della pittura e della scultura e le ha fatte sconfinare nell’installazione e nella performance.
Gli spazi espositivi affacciati sui monumenti identitari di Milano, Palazzo Reale, Duomo e Galleria Vittorio Emanuele II, valorizzano ed enfatizzano il lavoro di artisti che hanno avuto un ruolo particolare nella storia culturale della città, come Marino Marini e Lucio Fontana. Una seconda parte del Museo, allestita nel 2019, propone una lettura del Novecento come culla della sperimentazione linguistica e intermediale con un focus specifico sull’arte cinetica degli anni Cinquanta.