L'arte ai tempi del COVID-19: Angelo Bonello

Come vivono gli artisti il capitolo della contemporaneità caratterizzato dall'emergenza sanitaria? 
Rai Cultura ha chiesto a molti protagonisti della ricerca artistica internazionale di proporre una testimonianza sul proprio lavoro ai tempi del Covid-19.
Angelo Bonello ha partecipato al progetto con la performance - installazione This is my place (2020).

Non cercare di capire, perché la luce della creazione trascende la nebbia della comprensione
(da Codex Davi di Daví Lamastra)

La quarantena obbligatoria è una privazione di quel diritto considerato fondamentale dall’Uomo: la propria Libertà.
L’unico spazio dentro il quale è consentito muoversi, pensare e creare è un luogo che ognuno di noi ha trovato e ha chiamato “casa”, sia questo un appartamento, una villa, una capanna o un cartone sotto un ponte. 
Le persone tendono ad ammassarsi, creano villaggi, paesi e città. Personalmente ho sempre cercato di allontanarmi da tutto questo, per essere circondato esclusivamente dalla natura,  sentendomi così più sereno e protetto, più vicino al ritmo dell’universo.
Questa quarantena mi ha dimostrato che la scelta è stata giusta, ho vissuto una quarantena privilegiata, coerente con le mie scelte, in cui la natura mi ha nuovamente salvato. Ho fatto lunghe camminate nei boschi e nei campi inabitati che circondano la mia casa, ho avuto modo di prendermi cura del mio corpo, di pensare e di riflettere: è cosi che è nata la mia opera più recente, This is my place. Una performance-installazione che mette a fuoco il concetto di luogo, di spazio ideale nel quale vivere. 
Un poligono di 100 metri di lato immerso nella natura è la mia casa: una sottile linea di luce che segna il confine tra il mio rifugio e la civiltà.
 

La performance è avvenuta all'interno del triangolo di luce installato in un campo orientato verso il sole al tramonto, uno spazio effimero e inviolabile dove ho camminato declamando concetti simbolici in sei diverse lingue, creando un vero e proprio triangolo semiotico, alla ricerca della riflessione e della provocazione del rapporto uomo - natura - progresso. 









La passione per l’alpinismo, per la pittura, per il teatro sperimentale e per l’arte circense con la variegata eredità di danze acrobatiche ed effetti speciali. Angelo Bonello contamina linguaggi artistici diversi e progetta lo spazio urbano elaborando spettacoli ambientali e percorsi scenici dove la luce diventa protagonista per caratterizzare il paesaggio circostante. Un ribaltamento di quello che è il concetto teatrale di portare all’interno di un luogo una rappresentazione, per portare la rappresentazione fuori, facendo diventare il luogo naturale un luogo performativo.
 
Nato a Torino, Angelo Bonello si è interessato alla pittura e alla scultura sotto la guida dell'artista impressionista Sergio Manfredi. Successivamente ha incontrato l'artista Antonio Carena da cui ha appreso le arti astratte e concettuali prima di approdare alla Techno-Art con Piero Gilardi. Si è trasferito a Roma nel 1997 dove con Alberta Nunziante fonda la compagnia Kitonb Project. Nel 2006 la prima sfida impegnativa, il primo "racconto di luce", l’intervento su uno dei monumenti tipici di archeologia industriale del Novecento: il Gazometro nel quartiere Ostiense di Roma, una struttura di circa novanta metri di altezza e oltre sessanta di diametro che svetta nella città di giorno e scompare di notte. Da allora ha creato oltre centocinquanta progetti, realizzati in quaranta paesi nel mondo. Per l'edizione 2019 del festival Vivid Sydney, ha ideato l’installazione luminosa site specific Ballerina sviluppata nell’antico quartiere di The Rocks per una lunghezza di ottanta metri, in omaggio al sogno della danza e all’Opera House, tempio della musica e delle arti in Australia.