La street art ai tempi del Covid-19

La street art ai tempi del Covid-19

La mostra-non mostra Lockdown/Social

La street art ai tempi del Covid-19
A Forio d’Ischia Lockdown/Social, una mostra “non-mostra” che fa del distanziamento sociale la sua ragione d’essere, mission e al contempo motivo stesso dell’exhibition.
La performance (30 maggio 2020 nella Chiesetta del Soccorso a Foro d'Ischia), ha visto la luce in piena emergenza Covid-19 e si è sviluppata da una serie di opere (tecnica mista su plastica) dall'artista campano Domenico Mimmo Di Caterino che ha esposto i suoi ultimi lavori nati in pieno lockdown, frutto dei sessanta giorni di quarantena. 
A realizzare l’allestimento, come in una galleria d’arte a cielo aperto, Salvatore Iacono, gallerista e fondatore di Ischia Street Art, che con un’interactive performance ha posizionato i pannelli di plastica dipinti da Di Caterino, separati da uno spazio centrale di oltre cinque metri, a creare una lavagna virtuale marcata da spray colorati con su scritto “Free Walls _ Interactive Walls”.



La performance si proponeva di realizzare il distanziamento sociale tra un lavoro e l’altro, lasciando uno spazio libero per l'interazione dei visitatori-passanti, caratteristica questa, di tutti i progetti ideati da Salvatore Iacono.



L'urban exibition è stata presentata dal testo critico del celebre street artist inglese Banksy L'arte è solo linguaggio:

L'arte nei Musei, nelle gallerie, negli spazi privati ha sempre avuto a che fare con il distanziamento sociale. Musei e gallerie private non sono mai stati spazi realmente dialettici e didattici: file chilometriche, addensamenti umani nei confronti di lavori dall'alta riproducibilità industriale e digitale e capolavori ignorati o abbandonati in magazzino. L'arte è sempre stata linguaggio e il linguaggio di un artista è sempre stato una questione stilistica di posizionamento. Il Covid-19 è però stato molto democratico nell'arrestare i processi linguistici di trasmissione dei linguaggi dell'arte contemporanea, ha arrestato gallerie private, Musei pubblici e case d'asta, nella stessa misura in cui ha arrestato public artisti, street artist e writer. Mimmo Di Caterino non un artista al quale è facile dare etichette, sicuramente non è un artista da Museo, ogni qualvolta è stato invitato a fare degli interventi in Musei pubblici (non pochi) ha fatto sempre in modo di non esserci e che gli spettatori su sua autorizzazione potessero prelevare i suoi pezzi, smontare la sua mostra e portarsela a casa, per poi ricondividerla via social network con un'utenza più ampia tramite selfie. Mimmo Di Caterino non è un artista da galleria, non considera il suo linguaggio un prodotto ma un processo, e anche quando ha esposto in galleria (non in poche gallerie) ha fatto in modo di non esserci e che il pubblico si portasse via il suo lavoro a costo zero evitando qualsiasi finalità di lucro da parte del gallerista. Non è neanche un public artista, un writer o uno street artist in senso classico, anche se qualcuno ha cominciato a collezionare il suo lavoro trovandolo installato e posizionato in qualche angolo di strada o passeggiando al mare. Mimmo Di Caterino è linguaggio dell'arte con stile, lui si definisce artivista, termine ispanico che connette l'artista e l'attivista in un'unica figura. Il suo campo d'azione è quello della rivendicazione del ruolo sociale, culturale, intellettuale, operaio e lavoratore dell'artista, i lavori che presenta per la "Street Art Gallery" di Ischia di Salvatore Iacono, sono il frutto dei suoi sessanta giorni agli arresti domiciliari determinati dal Covid 19, testimonianza diretta che se si può arrestare un artista, non si può fermare il suo linguaggio elevato a ricerca. 
Banksy