Canova tra Possagno e Bassano del Grappa

Emporio Daverio, 2013

In questo filmato (da Emporio Daverio, 2013) Philippe Daverio visita la Gipsoteca di Possagno e i Musei Civici di Bassano alla scoperta dell'opera di Antonio Canova. 
Dal Tempio di Possagno, progettato dall'artista, Daverio entra nella casa di Canova e nella adiacente Gipsoteca, la più grande raccolta monografica di gessi (Museo Gypsotheca Canova a Possagno).
Dentro il museo Civico di Bassano, archivio importante di documenti cartacei sulla vita di Canova, Daverio conclude il suo tour attraverso le sale dedicate all'artista le cui opere, gessi, statue, busti, dipinti monocromi ed espressivi disegni su tela, furono donate dal fratellastro dello scultore, l'abate Giovanni Battista Sartori e dal nipote di questi Pietro Stecchino.
La sezione canoviana culmina con uno straordinario biscuit Neoclassico datato 1788, un enorme e raro “Centrotavola” realizzato nella preziosa porcellana bianca e opaca dall’amico dello scultore, il bassanese Giovanni Volpato (1735-1803). 

Abilissimo incisore, collezionista e antiquario, nella Roma di fine Settecento, Volpato fondava la sua manifattura di biscuit nei pressi della chiesa di Santa Pudenziana

Riunendo modelli tratti da un ampio catalogo formale, dall’antichità classica al contemporaneo, passando per Raffaello e Petitot, Volpato coglieva il gusto per l'antiquaria di collezionisti e visitatori della città eterna che, a prezzi contenuti, portavano a casa un oggetto ricordo. 
La scelta del biscuit, inoltre, promuoveva anche un aspetto importante della teoria neoclassica di Winckelmann, ossia, la visione di un antico espresso nel candore abbacinante del bianco che lo studioso tedesco credeva dominante nell’arte classica.

Solo il biscuit, porcellana non verniciata e dall’aspetto simile al marmo, poteva esaltare la bellezza delle forme e richiamare la maestà dell’arte antica

Il "Centrotavola" di Volpato, conservato al museo di Bassano, è composto da novantacinque statuine che accompagnano il “Trionfo di Bacco e Arianna”, una scena di eroi seduti nel carro festante che l'artista aveva ripreso da un soffitto allora affrescato dall'amico Antonio Zucchi.
I "Centrotavola", all'epoca attrattiva per cene eleganti al pari di giochi d’acqua e fuochi d’artificio, erano oggetti molto fragili che furono presi di mira nel corso dei moti rivoluzionari ottocenteschi, quando ne furono distrutti a migliaia.  

APPROFONDIMENTO
Canova e la sua terra