Walter Chiari: "La ghiacciata"
Da "Canzonissima" 1968
La ghiacciata, ovvero: quando la risata nasce dalle disavventure di un poveretto che balbetta. Lo sketch, uno dei più divertenti dello sterminato repertorio comico di Walter Chiari, è stato presentato dall'attore in una delle puntate del varietà televisivo Canzonissima nel 1968.
Ma la storiella della ghiacciata - anche detta "granita" - è molto più antica e segna uno dei momenti di svolta nella carriera di Walter Chiari. E' il 1940 e l'attore si trova a Milano, seduto nella platea del teatro Olimpia. Uno dei comici che quella sera dovevano salite sul palco non si presenta e viene rivolto a qualcuno del pubblico l'invito a farsi avanti per sostituirlo. Gli amici di Walter, che conoscevano bene le sue capacità di improvvisatore, lo convincono a farsi avanti. Quella sera del 1940, imitando un amico balbuziente, Walter inventò la scenetta della ghiacciata.
Ma la storiella della ghiacciata - anche detta "granita" - è molto più antica e segna uno dei momenti di svolta nella carriera di Walter Chiari. E' il 1940 e l'attore si trova a Milano, seduto nella platea del teatro Olimpia. Uno dei comici che quella sera dovevano salite sul palco non si presenta e viene rivolto a qualcuno del pubblico l'invito a farsi avanti per sostituirlo. Gli amici di Walter, che conoscevano bene le sue capacità di improvvisatore, lo convincono a farsi avanti. Quella sera del 1940, imitando un amico balbuziente, Walter inventò la scenetta della ghiacciata.
Canzonissima 1968 fu un'edizione storica di uno dei programmi Rai più seguiti e amati dal pubblico del piccolo schermo. La conduzione delle serate era affidata ad un trio d'eccezione: Mina, Paolo Panelli e Walter Chiari.Tornai al Teatro Olimpia tutte le sere, per molti mesi. Dopo la storiella della ghiacciata il pubblico mi aveva trattenuto sul palcoscenico a furia di applausi. Praticamente avevo concluso io la serata, dandoci dentro compiaciuto per il successo e lusingato dalla speranza che potesse essere la volta buona. Difatti lo fu. A fine spettacolo, seduta stante, l’impresario della Compagnia mi scritturò a cinquanta lire per rappresentazione.
Da "Quando spunta la luna a Walterchiari"