Mastroianni, "Una vita tra parentesi"
Le foto della mostra del 2019 all'Ara Pacis di Roma
Un percorso attraverso la carriera straordinaria di Marcello Mastroianni, attore simbolo del cinema italiano: Una vita tra parentesi, che abbiamo potuto apprezzare all’Ara Pacis di Roma fino al 17 febbraio 2019.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, coprodotta e curata dalla Cineteca di Bologna, e realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, l’esposizione ha voluto ripercorrere la lunga carriera di Mastroianni, dagli esordi con Riccardo Freda nel 1948, alla collaborazione con Federico Fellini che, con 8 e ½, ne fece una vera e propria icona.
Più di cento film interpretati tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta e molti riconoscimenti internazionali: tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi al Festival di Venezia.
Un attore completo, capace di recitare con estrema naturalezza. Lui stesso confessava che i suoi migliori ciak erano stati quelli fatti senza nemmeno aver aperto il copione. Tutti lo conoscono ma in realtà su di lui c’era ancora molto da scoprire.
Ma nella vita di Mastroianni c’è anche il teatro che si affaccia quando viene scoperto nel C.U.T. (il Centro Universitario Teatrale, dove recitava pur non essendo iscritto all’università) da Emilio Amendola, amministratore della compagnia di Luchino Visconti. Il regista lo chiamerà nel 1948 per interpretare il ruolo di Mitch in Un tram chiamato desiderio, tratto dal dramma di Tennessee Williams.
Negli anni Cinquanta continua a recitare diretto da Emmer, Mario Monicelli, Mario Camerini, Dino Risi, Luigi Comencini, Carlo Lizzani, Giuseppe De Santis. Sarà però Alessandro Blasetti nel 1954 con il film Tempi nostri, a scommettere sulla coppia Loren-Mastroianni che insieme interpreteranno molte altre pellicole, da Ieri, oggi e domani (1963) diretto da Vittorio De Sica, fino a Pret-à-Portèr di Robert Altman (1994).
Tutta dedicata al rapporto, artistico ed umano, tra Marcello e Federico Fellini, la sezione intitolata Il lungo viaggio con Fellini, restituisce intatto il fascino delle immagini in bianco e nero de La dolce vita e poi, La città delle donne, passando per “8 e ½”, fino a quel Mastorna che non vide mai la luce.
L’ultimo capitolo della mostra ripercorre le tappe della sua carriera all’estero: la tournée teatrale per la pièce Le ultime lune, il film di Manoel de Oliveira Viaggio all’inizio del mondo, uscito postumo, fino al film-testamento del 1997, girato dalla sua ultima compagna Anna Maria Tatò, Mi ricordo, sì, io mi ricordo.
Oltre ai ritratti e alle foto di scena, tanti anche i cimeli e le tracce dei suoi film e dei suoi spettacoli, materiale prezioso messo a disposizione dalla Cineteca di Bologna, dagli eredi Mastroianni o tratti da numerosi altri archivi (da quello dell’Istituto Luce a quello della Rai) hanno arricchito e reso unico questo straordinario percorso.
Promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Crescita Culturale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, coprodotta e curata dalla Cineteca di Bologna, e realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le attività culturali in collaborazione con Istituto Luce – Cinecittà, l’esposizione ha voluto ripercorrere la lunga carriera di Mastroianni, dagli esordi con Riccardo Freda nel 1948, alla collaborazione con Federico Fellini che, con 8 e ½, ne fece una vera e propria icona.
Più di cento film interpretati tra gli anni Quaranta e la fine dei Novanta e molti riconoscimenti internazionali: tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi al Festival di Venezia.
Un attore completo, capace di recitare con estrema naturalezza. Lui stesso confessava che i suoi migliori ciak erano stati quelli fatti senza nemmeno aver aperto il copione. Tutti lo conoscono ma in realtà su di lui c’era ancora molto da scoprire.
Il viaggio fotografico alla scoperta della vita di Marcello inizia con la sua infanzia: le origini della famiglia, di estrazione popolare, e l’infanzia in Ciociaria. Poi l’ingresso a Cinecittà grazie ad alcuni parenti che lì gestivano una trattoria. Sono gli anni delle comparsate, fino al primo ruolo importante, in cui è doppiato da Alberto Sordi: il vigile in Domenica d’agosto di Luciano Emmer nel 1950.Proprio per andare a fondo in questa scoperta, dobbiamo tallonare la sua filmografia in quanto specchio della sua stessa vita, a partire da un tratto distintivo della sua personalità: quell’umiltà che gli faceva amare gli altri attori, figure di un pantheon che raccoglieva Gary Cooper, Clark Gable, Tyrone Power, Errol Flynn, John Wayne, Greta Garbo, Jean Gabin, Louis Jouvet, Vittorio De Sica, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Amedeo Nazzari, Totò, Assia Noris, e nel quale trionfava, non a caso, Fred Astaire, un attore capace, come sarà poi Marcello, di recitare con tutto il corpo.
Gian Luca Farinelli, curatore della mostra
Ma nella vita di Mastroianni c’è anche il teatro che si affaccia quando viene scoperto nel C.U.T. (il Centro Universitario Teatrale, dove recitava pur non essendo iscritto all’università) da Emilio Amendola, amministratore della compagnia di Luchino Visconti. Il regista lo chiamerà nel 1948 per interpretare il ruolo di Mitch in Un tram chiamato desiderio, tratto dal dramma di Tennessee Williams.
Negli anni Cinquanta continua a recitare diretto da Emmer, Mario Monicelli, Mario Camerini, Dino Risi, Luigi Comencini, Carlo Lizzani, Giuseppe De Santis. Sarà però Alessandro Blasetti nel 1954 con il film Tempi nostri, a scommettere sulla coppia Loren-Mastroianni che insieme interpreteranno molte altre pellicole, da Ieri, oggi e domani (1963) diretto da Vittorio De Sica, fino a Pret-à-Portèr di Robert Altman (1994).
Tutta dedicata al rapporto, artistico ed umano, tra Marcello e Federico Fellini, la sezione intitolata Il lungo viaggio con Fellini, restituisce intatto il fascino delle immagini in bianco e nero de La dolce vita e poi, La città delle donne, passando per “8 e ½”, fino a quel Mastorna che non vide mai la luce.
L’ultimo capitolo della mostra ripercorre le tappe della sua carriera all’estero: la tournée teatrale per la pièce Le ultime lune, il film di Manoel de Oliveira Viaggio all’inizio del mondo, uscito postumo, fino al film-testamento del 1997, girato dalla sua ultima compagna Anna Maria Tatò, Mi ricordo, sì, io mi ricordo.
Oltre ai ritratti e alle foto di scena, tanti anche i cimeli e le tracce dei suoi film e dei suoi spettacoli, materiale prezioso messo a disposizione dalla Cineteca di Bologna, dagli eredi Mastroianni o tratti da numerosi altri archivi (da quello dell’Istituto Luce a quello della Rai) hanno arricchito e reso unico questo straordinario percorso.