La Vita Nova di Dante secondo Guido Davico Bonino
Un'autobiografia ideale
L'analisi critica di Guido Davico Bonino si sofferma sulla produzione lirica di Dante. La Vita Nova, considerata l'“autobiografia ideale” del poeta, è un’opera giovanile composta di prosa e poesia (trentuno liriche, di cui venticinque sonetti, quattro canzoni, una ballata e una stanza isolata). Nel video si considera la parte in versi della raccolta, i cui componimenti sono databili dal 1283 al 1293, e le Rime in cui Dante passa dal registro burlesco, come nella tenzone con Forese Donati, al “parlar aspro” delle “rime petrose”. L'attore Giancarlo Dettori legge dalle Rime i sonetti: Guido, i` vorrei che tu e Lapo ed io e Un dì venne a me Malinconia; le ballate Deh, Violetta, che in ombra d'Amore e I' mi son pargoletta bella e nova e la sestina Al poco giorno e al gran cerchio d`ombra. Da La Vita Nova, i sonetti Tanto gentil e tanto onesta pare e Deh, peregrini che pensosi andate.
Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,
sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.
E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:
e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.
Dante Alighieri, considerato il padre della lingua italiana nonché pilastro della letteratura mondiale, nacque a Firenze tra il 21 maggio e il 21 giugno del 1265. La sua opera più importante, la Comedìa, conosciuta come la Divina commedia e composta tra il 1306 e il 1321, è letta e studiata in tutto il mondo e rappresenta probabilmente la più importante testimonianza della letteratura medievale e del dolce stil novo. Tra le sue altre, magistrali e celeberrime opere ricordiamo: la Vita Nova, composta tra il 1292 e il 1293, dedicata all'amore per Beatrice e che comprende il sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare; il Convivio, composto tra il 1303 e il 1308, in cui emerge il ruolo civile della letteratura; il De vulgari eloquentia, trattato composto in latino tra il 1303 e il 1304 in cui Dante difende la dignità e l'importanza della lingua "volgare"; e De monarchia, opera composta tra il 1310 e il 1313 in cui convergono tutto il suo pensiero e la sua filosofia politica. Muore a Ravenna, in esilio dalla sua amata Firenze, nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321.