Andrea Riccardi: la storia della Società Dante Alighieri
L'italiano nel mondo
Presidente della Società Dante Alighieri dal 2015, Andrea Riccardi ricorda nel suo intervento, la storia di questa prestigiosa istituzione culturale nata nel 1889 nel clima risorgimentale per iniziativa di un Giosuè Carducci ai suoi inizi. Aveva due scopi: quello di tenere vivo l’italiano negli italiani emigrati – il manifesto scritto da Carducci diceva “dovunque è un pezzo di italianità lì siamo noi” - e poi la funzione irredentista, nutrire l’italianità degli italiani sotto il dominio straniero (l’inaugurazione di monumenti di Dante in città come Trento e Trieste dava origine a manifestazioni pro Italia). Progressivamente la Dante si struttura in comitati autonomi che eleggono il loro presidente, mentre il presidente centrale ha una funzione di sostegno, orientativa. I comitati (401 al momento) sono formati da italiani che non vogliono perdere la loro lingua, che vogliono insegnarla ai loro figli. Riccardi ricorda poi i momenti bui in cui la Dante viene fascistizzata e vengono espulsi gli ebrei. Per fare ammenda di questo torto lui stesso ha consegnato il diploma di socio emerito ai discendenti dei soci espulsi. La Dante rinasce nel secondo dopoguerra in un’Italia in cui si ha un po’ paura di parlare di nazione. Lo Stato taglia i sussidi e l’inglese diventa la lingua veicolare del mondo. Nell’epoca della globalizzazione si scopre però che l’italiano è una lingua desiderata non solo dagli italiani e dai discendenti degli italiani, ma da tante persone che si interessano all’arte, al design, all’opera alla musica, che sono attratte dal nostro paese.
La presidenza di Riccardi è cominciato all'insegna dello sloga dall’“italnostalgia” all’”italsimpatia”: c’è tanta simpatia per l’italia, tanta volontà di conoscere l’italiano, di conoscere i rudimenti della cultura italiana. Per questo è stata rilanciata una nuova Dante che si regge su tre gambe: una sono i comitati storici con scuole la cui certificazione dipende dalla sede centrale, un'altra le nuove scuole aperte direttamente dalla Dante (in Albania, e presto in Russia e in Uruguay), la terza è la piattarforma. Quest’ultima è articolata in tre stanze: una in cui si può apprendere l’italiano, una per la formazione dei docenti e una culturale. Le pillole della Dante mirano alla divulgazione della cultura e attraverso di questa a un incremento del turismo verso l’Italia. L’ italiano non è una lingua imperiale né egemonica, è una lingua che ha una sua dignità umanistica e trova in Dante il suo maggiore esponente, riconosciuto come tale in tutto il mondo.
Andrea Riccardi è nato a Roma nel 1950. Ha insegnato, come professore ordinario, Storia Contemporanea all’Università di Bari, alla Sapienza e alla Terza Università degli Studi di Roma. Ha fondato nel 1968 la Comunità di Sant’Egidio e ha avuto un ruolo di mediazione in diversi conflitti, contribuendo al raggiungimento della pace in alcuni Paesi, tra cui il Mozambico, il Guatemala, la Costa d’Avorio, la Guinea.
La presidenza di Riccardi è cominciato all'insegna dello sloga dall’“italnostalgia” all’”italsimpatia”: c’è tanta simpatia per l’italia, tanta volontà di conoscere l’italiano, di conoscere i rudimenti della cultura italiana. Per questo è stata rilanciata una nuova Dante che si regge su tre gambe: una sono i comitati storici con scuole la cui certificazione dipende dalla sede centrale, un'altra le nuove scuole aperte direttamente dalla Dante (in Albania, e presto in Russia e in Uruguay), la terza è la piattarforma. Quest’ultima è articolata in tre stanze: una in cui si può apprendere l’italiano, una per la formazione dei docenti e una culturale. Le pillole della Dante mirano alla divulgazione della cultura e attraverso di questa a un incremento del turismo verso l’Italia. L’ italiano non è una lingua imperiale né egemonica, è una lingua che ha una sua dignità umanistica e trova in Dante il suo maggiore esponente, riconosciuto come tale in tutto il mondo.
Andrea Riccardi è nato a Roma nel 1950. Ha insegnato, come professore ordinario, Storia Contemporanea all’Università di Bari, alla Sapienza e alla Terza Università degli Studi di Roma. Ha fondato nel 1968 la Comunità di Sant’Egidio e ha avuto un ruolo di mediazione in diversi conflitti, contribuendo al raggiungimento della pace in alcuni Paesi, tra cui il Mozambico, il Guatemala, la Costa d’Avorio, la Guinea.