Jana Karšaiová, Divorzio di velluto

Crescere senza libertà

Nel suo romanzo di esordio, Divorzio di velluto (Feltrinelli) Jana Karšaiová intreccia le vicende della protagonista Katarìna con quelle del paese in cui è nata, la Slovacchia. L’azione si concentra nel periodo delle vacanze natalizie: Katarìna è tornata a trovare i genitori, e a casa sua ritrova l’aria pesante che si respira da sempre, a causa della frustrazione della madre, del vizio del bere del padre e della fuga della sorella che vive negli Stati Uniti e dà scarse notizie di sé. Dopo due anni e mezzo il matrimonio di Katarìna con il ceco Eugen è entrato in crisi e lei non ha voglia di parlarne con la madre, contraria sin dall’inizio a questa unione, e con l’amica Viera, con cui ha condiviso gli anni del liceo e la passione per l’Italia. Katarìna finisce per trascorrere il capodanno con Viera a Bologna e subito dopo rivede Eugen in una circostanza tragica. Karšaiová racconta com’è stato crescere sotto l’oppressione del regime comunista, subire la divisione del proprio paese in due parti (una divisione senza conflitti apparenti, da cui la denominazione “divorzio di velluto”, che si addice anche alla fine del rapporto di amore del suo personaggio). L’italiano, da lei perfettamente dominato, è la conquista di uno spazio tutto per sé, dove potersi reinventare fuori da ogni condizionamento.

Se camminavo per strada con mio padre diventavo una ceca, se era mia madre a tenermi per mano, ero slovacca, almeno per il mondo attorno a noi. La lingua ti etichetta subito. Non voglio più sembrare una straniera.


Jana Karšaiová (Bratislava, 1978) ha vissuto a Praga, a Ostia, a Verona dove ha lavorato come attrice. Dopo una lunga assenza, ha ripreso a lavorare in campo teatrale conducendo laboratori e iniziato a frequentare corsi di scrittura. Divorzio di velluto è il suo primo romanzo.