Stefania Nardini, L'ultimo treno da Kiev
Non conoscere la libertà
Uscito per la prima volta nel 2001 da Pironti, il libro di Stefania Nardini, ora riproposto da Les Flâneurs edizioni, L’ultimo treno da Kiev, racconta di Irina Kosenko, una quarantenne ucraina laureata in lettere, che spinta dalla fame e dal desiderio di garantire una vita migliore alla figlia, parte per l’Italia alla ricerca di un lavoro. Irina può contare sui suoi genitori che tengono con loro Oksana, su una cugina e un amico che le prestano i soldi per il viaggio, il visto, e l’organizzazione che dovrà aiutarla a trovare un posto. Con Irina parte anche l'amica Vera, cantante lirica, spinta dalle sue stesse motivazioni: siamo nell’Ucraina della fine degli anni novanta e il paese è ridotto alla miseria. Una volta arrivate a Roma, Irina e Vera vengono separate: la prima ha la fortuna di venir scelta da Rosa, una giornalista che vive a Montepulciano con il marito e il figlio e ha bisogno di una donna delle pulizie, mentre Vera finisce in Sicilia chiusa in casa ad accudire un mafioso. Tra Rosa e Irina nasce un rapporto di solidarietà e amicizia, ma di fronte a un’offerta economica migliore, Irina lascia la famiglia dove è stata accolta con affetto e gentilezza. Il libro si chiude con la fuga dall’Ucraina di oggi della figlia di Irina con le sue bambine; Irina ormai vecchia resta nel suo paese nonostante la guerra. Una lettura che ci aiuta a scoprire la realtà di un paese come l'Ucraina, già martoriato prima dell'invasione da parte russa.
Stefania Nardini ha lavorato presso diverse testate tra cui Rai, Il Messaggero, Paese Sera, L’Europeo, Il Mattino. È stata capo ufficio stampa del Ministero dell’Ambiente nel 1986, anno della sua istituzione. Responsabile della pagina libri de Il Corriere Nazionale fino al 2013, è stata autrice di diversi reportages. Negli ultimi anni si è dedicata allo studio del Mediterraneo, in particolare attraverso l’osservazione e l’analisi della città di Marsiglia e Filignano, in Molise. Tra i suoi libri: Alcazar, ultimo spettacolo, Jean Claude Izzo. Storia di un marsigliese, La combattente, tutti pubblicati da E/O.L’addio è come un cappio legato al passato. Un cappio che stringe forte provocando un dolore smisurato.