Alessandro Barbero, La civiltà e i selvaggi

La relazione con l'altro da sé

La parola “civiltà”, nel senso che le diamo comunemente, è di invenzione piuttosto recente. E recentissimo è l’uso al plurale, “le civiltà”, per indicare le diverse esperienze umane che si sono succedute sulla Terra: la civiltà sumera, la civiltà minoica… In compenso, da sempre le società stanziali hanno coltivato l’immagine del selvaggio, come altro da sé, da deridere, da temere e da esorcizzare. In questo modo hanno alimentato l’equivoco per cui le società “primitive” sarebbero semplici anche dal punto di vista culturale, come semplice è la loro vita materiale. Ma non è così: ogni collettività umana, anche le più primitive, ha sempre elaborato una lingua, una mentalità e un’organizzazione sociale straordinariamente complesse: il “selvaggio”, come lo immaginavano i colonizzatori dell’Ottocento, non è mai esistito: questa la sintesi dell'intervento di Alessandro Barbero al Festival della Comunicazione di Camogli 2019 sul tema "Civiltà".

Sono stati civili gli arabi, i cinesi, gli indiani: è chiaro quando ti aggiri tra i loro templi che un tempo sono stati grandi. Qua c'è una scoperta micidiale: le società possono anche declinare. Il mondo è pieno di civiltà che sono state grandissime e poi hanno cominciato a declinare. Comincia a serpeggiare la paura che quello che è successo agli altri possa succedere anche a noi.

Alessandro Barbero si laurea in Storia Medioevale con Giovanni Tabacco e perfeziona i suoi studi alla Scuola Normale di Pisa. Ricercatore universitario dal 1984, diventa professore associato all’Università del Piemonte Orientale a Vercelli nel 1998, dove insegna Storia Medievale. Ha pubblicato romanzi e molti saggi di storia non solo medievale. Con il romanzo d’esordio, Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle gentiluomo, ha vinto il Premio Strega nel 1996. Collabora con La Stampa e Tuttolibri, con la rivista Medioevo, e con i programmi televisivi (Superquark) e radiofonici (Alle otto della sera) della RAI. Tra i suoi impegni si conta anche la direzione della Storia d'Europa e del Mediterraneo della Salerno Editrice. Tra i suoi titoli più recenti ricordiamo: Lepanto. La battaglia dei tre imperi (Laterza 2010), Il divano di Istanbul (Sellerio 2011), I prigionieri dei Savoia (Laterza 2012), Le ateniesi (Mondadori 2015), Costantino il vincitore (Salerno 2016).