Maurizio Ferraris, Documedialità

Una ragion pratica per il web

Le automobili hanno cessato da mezzo secolo di diventare più veloci. Sono diventate più sicure, più silenziose, più ecologiche. Hanno incorporato, cioè, delle valutazioni dei rischi e dei principi di responsabilità. Per il web nulla di questo è stato ancora fatto, tranne delle esaltazioni (intelligenza collettiva) delle deprecazioni (imbecillità di massa) e una ossessione sulla privacy che viene contestata nei fatti dalla facilità con cui gli esseri umani rinunciano alla privacy nei social network. Documedialità vuole fornire una ragion pratica nell’età della documentalità (cioè dell’esplosione della scrittura e dei documenti in quanto generatori di responsabilità e di oggetti sociali determinatasi negli ultimi trent’anni), cioè contribuire alla maturazione riflessiva del web. Questo in sintesi il contributo di Maurizio Ferraris al Festival della Comunicazione di Camogli del 2016.

Noi ci troviamo di fronte al web come di fronte a un oggetto che non sappiamo che cos'è e questo produce usi aberranti che tra trenta, quarant'anni spariranno.



Maurizio Ferraris è nato a Torino il 7 febbraio 1956. Professore ordinario di Filosofia teoretica all’Università di Torino, dove dirige il LabOnt (Laboratorio di ontologia). Editorialista di La Repubblica, è inoltre direttore della Rivista di Estetica, condirettore di Critique e della Revue francophone d’esthétique. Ha scritto una cinquantina di libri tradotti in varie lingue.
Tra i più recenti: Documentalità (2009), il Manifesto del nuovo realismo (2012), Filosofia per dame (2011), Anima e iPad (2011), Spettri di Nietzsche (2014), Mobilitazione totale (2015), Emergenza (2016), Mobilitazione totale (2016), L'imbecillità è una cosa seria (2016), Filosofia teoretica (2017), Postverità e altri enigmi (2017), Il denaro e i suoi inganni (2018, scritto insieme a John R. Searle).