"Questo giovane" Maurizio Pollini

Gli ottant'anni del grande pianista

Tra i quindici e i diciotto anni si aggiudica alcuni tra i premi più ambiti per un giovanissimo pianista: nel 1957, infatti, è secondo (dopo Martha Argerich) al Concorso Internazionale di Esecuzione Musicale di Ginevra; nel 1959, è primo al Concorso pianistico internazionale Ettore Pozzoli di Seregno e, l’anno successivo, vincitore assoluto del Concorso Chopin di Varsavia. Il presidente della giuria è Arthur Rubinstein, che non esita ad esclamare: “Questo giovane suona tecnicamente già meglio di tutti noi!” 
“Questo giovane” è Maurizio Pollini, che il 5 gennaio 2022 compie ottant’anni. 

Nel Pollini presentato da Rubinstein il ‘meglio’ implicava capacità che andavano ben oltre la precisione e la velocità. Era un modo nuovo di leggere dietro le note, di scomporre le forme e staccare i colori, di addentrarsi nella scrittura d’autore
Angelo Foletto, musicologo

Intanto, tra un concorso e l’altro, Pollini aveva esordito (1958) al Teatro alla Scala, suonando nella prima esecuzione assoluta della Fantasia per pianoforte e strumenti a corda di Giorgio Federico Ghedini, sotto la direzione di Thomas Schippers, mentre nel 1960, sempre nel tempio musicale milanese, esegue il Concerto n. 1 in mi minore, op. 11 di Fryderyk Chopin diretto da Sergiu Celibidache.

Maurizio Pollini nasce a Milano da Gino Pollini, architetto razionalista, e da Renata Melotti, musicista, sorella del pittore, scultore e musicista Fausto. Inizia lo studio del pianoforte con Carlo Lonati, prosegue con Carlo Vidusso e si perfeziona con Arturo Benedetti Michelangeli

Maurizio Pollini è unanimemente considerato uno dei più significativi interpreti del Novecento. Il suo repertorio è estremamente ampio. In gioventù, manifesta la propria attenzione per la letteratura pianistica russa (Prokof'ev e Stravinsky, soprattutto), per poi orientarsi verso altri compositori e spaziando da Bach e Mozart a Pierre Boulez e Karlheinz Stockhausen, passando per Beethoven, Chopin, Brahms e Debussy e mostrando un particolare interesse per la seconda scuola di Vienna (Arnold Schönberg, Alban Berg e Anton von Webern).

Proprio di Schönberg, nel 1974, in occasione del centenario della nascita, esegue in molti teatri l’opera pianistica completa, mentre alcuni compositori (Luigi Nono, ...Sofferte onde serene...; Giacomo Manzoni, Masse: omaggio a Edgard Varèse; Salvatore Sciarrino, Quinta sonata, tra gli altri) scrivono espressamente per lui, che, da sempre, rifiuta ogni preconcetto contro la musica contemporanea, proclamando, anzi, l’esigenza della massima apertura nei suoi confronti e di un ampliamento del repertorio.

Le partiture che più rappresentano Maurizio Pollini, però, e che meglio testimoniano la sua tecnica sono, inequivocabilmente, gli Studi di Chopin

Forse non vi è stato altro compositore [Chopin, n.d.r.] che abbia scritto in maniera più congeniale per il pianoforte. È stato un anticipatore rimasto in qualche modo isolato: senza figli né padri se si si esclude la filiazione indiretta sugli autori del Novecento
Maurizio Pollini


Buon compleanno, Maestro.

Nella clip proposta, un estratto da:
Sergej Prokof'ev, Concerto n. 3 in do maggiore per pianoforte e orchestra op. 26
Direttore Herbert Albert
Maurizio Pollini al pianoforte
Orchestra Sinfonica di Torino della Rai
Registrazione del 1967. Auditorium “Arturo Toscanini” della Rai di Torino.

L’intero concerto è stato trasmesso da Rai 5 (canale 23) sabato 8 gennaio, alle 8.54 e alle 19.55