Recitando si diventa tutti abili

Fare teatro coi ragazzi con o senza disabilità

Far vivere, divertire, lavorare insieme ragazzi con e senza disabilità: questo è lo scopo del Laboratorio Teatrale Integrato “Piero Gabrielli”. Integrato, perché l’obiettivo è  creare uno spazio in cui le differenze convivano e diventino una ricchezza. Questo è possibile forse soltanto in teatro, dove ci si spoglia della propria identità per diventare altri, per trasformarsi insieme e abitare un universo di fantasia. In scena, il limite – fisico, sociale, psichico o di qualsiasi altra natura – diventa un’occasione creativa, un punto di partenza di un’originalità espressiva e soprattutto un profilo di un’identità.

Dal 1995 il Laboratorio porta il nome di chi, nel 1981, ne fu ideatore: Piero Gabrielli, che  dedicò gran parte della sua vita alla sensibilizzazione sui temi della disabilità. Terza linea della Rugby Roma e della Nazionale degli anni Cinquanta, egli ricorreva spesso alla metafora del gioco di squadra per spiegare che insieme si cresce meglio: grandi e piccoli, veloci e lenti

ll  Laboratorio teatrale Integrato, partì dalla scelta di un testo teatrale: la commedia di Aristofane  Gli uccelli. Tra il febbraio e il maggio 1982, una ventina di ragazzi dagli 8 ai 16 anni, tredici dei quali disabili, si incontrarono  due volte alla settimana al Teatro Flaiano, sotto la guida del regista Adriano Dallea coadiuvato da un gruppo di logopediste e insegnanti .Prova  dopo prova, ci si accorse che quello che si stava  delineando era  un vero e proprio spettacolo teatrale da presentare al pubblico. Il  28 maggio 1982  al teatro Argentina accadde proprio questo.

Le attività del Laboratorio avevano dimostrato l’utilità del teatro come risorsa educativa, quindi quell’esperienza poteva anche essere riproducibile nella realtà della scuola. Nel 1987, infatti, sul modello del Laboratorio Pilota, si inaugurò il primo Laboratorio Integrato Decentrato, presso, la scuola media di periferia G.Rossini. con “Il Mago di Oz” . Lo spettacolo finale andò in scena  e vide coinvolti insegnanti, 24 studenti–attori e la borgata di Lunghezza in cui l’istituto operava, dimostrando come  l’integrazione si possa trasferire dal palcoscenico alla vita di tutti i giorni. Il progetto si sviluppa  su più vasta scala, ampliando la sperimentazione e soprattutto dedicando più attenzione alla formazione dei docenti e degli operatori da inserire nei laboratori che saranno realizzati all’interno delle scuole. (Laboratori Decentrati).
 

Nel 2004 nasce anche  La Piccola Compagnia del Piero Gabrielli che vede coinvolti i ragazzi con e senza disabilità in un’esperienza che da amatoriale e scolastica diventa nel tempo professionale.

Oggi il Laboratorio Teatrale Integrato “Piero Gabrielli” svolge la sua attività, che si esprime non solo nelle iniziative del Laboratorio  pilota ma anche nel coordinamento dei laboratori decentrati, nell’organizzazione di corsi formativi per insegnanti, di corsi  propedeutici per attori, registi, musicisti, scenotecnici, insegnanti e operatori della riabilitazione. Vengono organizzati, inoltre, incontri di diffusione dell’esperienza dei laboratori teatrali integrati con allievi delle scuole di Roma e provincia. 

Noi abbiamo incontrato Roberto Gandini, cordinatore del Laboratorio e regista, per farci raccontare come si lavora con ragazzi con abilità diverse tra loro, quali sono i problemi ma anche le soddisfazioni che regala questa esperienza, che, pur non senza fatica, porta all' accoglienza, all' inclusione, in un ambiente in cui tutti si sentono accolti e scoprono di avere una propria disabilità.
 

E il teatro, spiga Gandini, è un percorso autoformativo cioè tu lo capisci e impari a farlo mentre lo fai perchè  se tu sapessi tutto non avresti la voglia di raccontare la storia di Amleto o del Malato Immaginario e la vuoi raccontare questa storia proprio perchè c'è qulacosa che ti sfugge e quel qualcosa lo capisci insieme alle persone con cui lo fai