Introdotto da Carlo Lucarelli con gli interventi degli storici Fabio Caffarena e Antonio Gibelli, questo filmato sottolinea l’importanza vitale delle lettere, della corrispondenza, della scrittura in generale, per la sopravvivenza psicologica dei soldati al fronte e nei campi di prigionia e per la tenuta stessa dell’esercito. Il racconto si sofferma, in particolare, sull’epistolario del soldato Emanuele Calosso con sua madre: uno scambio di notizie, di impressioni, di sentimenti e di riflessioni che comincia prima ancora dell’entrata in guerra dell’Italia.
Oltre al filmato, il modulo presenta una serie di documenti che confermano l’importanza assunta dal fenomeno della corrispondenza epistolare lungo tutto il corso della guerra.
Documento: Giosuè Borsi, Lettere dal fronte
A differenza di quello di Emanuele Calosso, l’epistolario di Giosuè Borsi, fervente interventista, partito volontario come sottotenente di fanteria, è brevissimo. Il suo entusiasmo per la guerra non fa in tempo a spegnersi come quello di milioni di altri volontari, perché muore al fronte dopo soli tre mesi di guerra.
Documento: La Stampa, 29 gennaio 1917
Un articolo di prima pagina del quotidiano torinese intitolato “Donne che scrivete ai militari…” esorta tutti a non lamentarsi delle lungaggini del servizio postale, evidenziando, già allora, l’enorme ed imprevedibile mole di lavoro cui questo doveva far fronte dall’inizio del conflitto.
Documento: Giuseppe Ungaretti, Veglia
Niente esprime meglio di questa celebre poesia di Ungaretti il valore salvifico della scrittura, dell’espressione dei propri sentimenti, in presenza della morte.
Documento: Domenica del Corriere, 23 dicembre 1917
Un altro attestato dell’ampiezza del fiume di lettere che vengono scambiate da un capo all’altro della penisola è dato da questa copertina natalizia della Domenica del Corriere del 1917.
Le fotografie e le lettere manoscritte presenti in questo modulo provengono da diversi archivi e musei virtuali, come specificato nelle didascalie.
L’invio e l’arrivo della posta rappresentava un momento importantissimo e un vero sollievo per i soldati al fronte. Con le lettere riuscivano a tenersi in contatto non solo con i familiari, ma anche con un mondo “normale” nel quale speravano di tornare. Le lettere dei soldati dal fronte sono un’eloquente testimonianza di cosa fu la grande Guerra e in quale maniera segnò la coscienza collettiva.
(Museo Virtuale della Certosa Lettere dal fronte)
n. 51, 23-30 dicembre 1917