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Grande Guerra

1915/1918. I postriboli militari

Intro

Introdotto da Carlo Lucarelli, con gli interventi dello storico Emilio Franzina, il filmato descrive il fenomeno della prostituzione in tempo di guerra. In parte regolamentata dalle stesse autorità militari, che la ritengono necessaria ed inevitabile, in parte conseguenza delle condizioni di miseria in cui versano molte donne a causa della guerra, la prostituzione, legalizzata o clandestina che sia, dilaga e le donne che la praticano sono sfruttate come mai prima.

Oltre al filmato, una breve selezione di documenti approfondiscono il tema.

Documento: Matteo Ermacora, Di “dubbia moralità” e “facili costumi”

Nel brano di questo saggio si esamina il nesso tra povertà ed esercizio della prostituzione clandestina, fortemente contrastata dalle autorità militari.

Documento: Soldato! Difenditi dalle malattie veneree

In questo volantino, distribuito da un'associazione medica, si raccomanda prima di tutto l'astinenza sessuale poi, più realisticamente, si impartiscono consigli igienici per evitare il contagio. Infine si ricorda che le prostitute sono male femmine.

Le immagini di questo modulo provengono dall’Archivio del Comune di Ferrara e dalla Biblioteca di Storia moderna e Contemporanea di Roma.

1915/1918 - I postriboli militari

Nei primi mesi della Grande Guerra, dietro le linee di combattimento, spuntarono postriboli militari, spesso su carovane che avanzavano o retrocedevano a seconda dei vari spostamenti delle truppe. La donna quindi non è solo custode della patria e della casa, né semplicemente angelo che dà sollievo e conforto, ma anche oggetto di desiderio. Un’altra figura ricorrente nell’esperienza femminile durante la Grande Guerra è quella della prostituta, costante presenza che accompagna il militare nella concreta e durissima quotidianità bellica.

Intro

Matteo Ermacora

Di dubbia moralità e di facili costumi


Fotografie

Donne al fronte

Donne al fronte occidentale (Rue des archives- IPA)

Soldato

Soldato! Difenditi dalle malattie veneree (Biblioteca di storia moderna e contemporanea, Roma)