Introdotto da Carlo Lucarelli con gli interventi dello storico Nicola Labanca, il filmato si sofferma sull'inquieta estate del 1917, vigilia della battaglia di Caporetto. Continuano i combattimenti sull'Isonzo che, dalla metà di agosto, con la cosiddetta 11° battaglia, sembrano portare ad alcuni risultati concreti. Intanto però il clima nel paese e nell'esercito è molto peggiorato e i segni di stanchezza per la guerra si moltiplicano. Il 22 agosto scoppiano violenti disordini tra la popolazione affamata di Torino che chiede pane e la fine della guerra. Il primo del mese il papa ha lanciato il suo appello per la pace e contro l'inutile strage. La Russia è già da mesi in preda alla rivoluzione e Cadorna è sempre più ossessionato dalla presunta propaganda disfattista che starebbe minando l'efficienza del suo esercito. Nel frattempo gli austriaci, che sono finalmente riusciti a convincere l'alleato tedesco a venir loro in aiuto, preparano la loro grande offensiva.
Oltre al filmato, presentiamo una breve selezione di documenti che ricostruiscono il clima del periodo.
Documento: riproponiamo qui l'appello del papa ai popoli belligeranti del 1 agosto del 1917
Documento: Luigi Cadorna, Pagine Polemiche
In queste sue memorie il capo di stato maggiore italiano riproduce polemicamente alcune delle lettere con le quali, fin dai primi di giugno del 1917, denunciava i pericolosi episodi di ribellione all'interno dell'esercito, reclamando una decisa azione del governo contro i “sovversivi”.
Documento: La Stampa, 21-26 agosto 1917
Le pagine del quotidiano torinese riportano in primo piano le conquiste italiane sul fronte dell'Isonzo, mentre nelle pagine interne, parzialmente cancellate dalla censura, vi sono notizie sulla situazione degli approvvigionamenti alimentari in città.
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È il 1917. Per l’Italia è il terzo anno di guerra. Sul fronte dell’Isonzo il copione è sempre il medesimo: sparano le artiglierie, attaccano i fanti. Alla fine, più che i progressi, si contano i morti e i feriti. Il Generale Cadorna, decisionista e autoritario, non risparmia nessuno. Non i suoi subordinati, non i politici e la politica, non i soldati. In un trionfo della burocrazia applicata alle armi, inonda i comandi di circolari e di promemoria. Ha le proprie idee, le proprie convinzioni, le proprie certezze. Dubbi pochi. Per uscire dallo stallo, insiste sugli attacchi frontali, sanguinosi, dispendiosi, poco efficaci, mentre il nemico prepara la controffensiva.
(Civici Musei di Storia e Arte di Trieste)
(Wikipedia)
(Imperial War Museum)