Canova Accademico di San Luca

Un racconto di Fabio Benedettucci

Nel 1802 papa Pio VII nomina Canova Ispettore generale delle Belle Arti in Roma e tutto lo Stato Pontificio, compresa L'Accademia di San Luca. 

Di seguito, un estratto della lettera scritta al Canova per l’Ispettorato delle Belle Arti e dell’Antichità:
"Le sovrane cure della Santità di N. S. sono tutte animate per animare e proteggere le belle arti, dappoichè vede con tutta la compiacenza dell'animo suo, sotto de' suoi occhi vivere ancora de' modelli » originali della greca antichità, e molto più perché con altrettanta gioja vede che V.S. ma emulandoli coi suoi capi d'opera gli ha raggiunti, e che instancabile nella perfezione, ha superato tutti quelli che Roma ha veduto fiorire anche nel secolo felice di Leone X , che avevano formato l'oggetto della sua ammirazione, non meno che di tutta la colta Europa. Quindi la Santità Sua volendo darle una significante riprova dell'alto pregio in cui tiene il di Lei sublime merito, e volendo che Roma, centro e maestra delle belle arti, ne abbia una eguale e sensibile testimonianza, e che questa passi alla posterità unitamente all'egregie di lei opere ( …) Coll'oracolo della sua voce mi ha ordinato, come a Pro-Camerlengo di Santa Chiesa di mandarle a notizia, averlo Egli eletto in Ispettore generale delle belle arti in Roma e in tutto lo Stato Pontificio; volendo che la di Lei ispezione si estenda su dei due Musei Vaticano e Capitolino e  sull'Accademia di san Luca, sugli oggetti tutti di pittura, scultura, architettura, incisione in gemme, in pietre, in rame, in carte, su di qualunque materia metallica incisa e fusa, e che niuno di questi oggetti possa essere estratto da Roma e dallo Stato Pontificio, senza che siano prima da lei riconosciuti, e che abbiano riportato la di lei approvazione: che qualunque oggetto di antichità sia nel centro o fuori di Roma, sia in fabbriche, sia in acquedotti, sia o in frammenti di esse, o di essi, tutti i scavi tanto entro che fuori le mura di Roma, ed in tutto lo Stato Pontificio, restino sempre assoggettati alla di lei ispezione; ed Ella unicamente sia abilitata a decidere sul pregio e valore di quegli oggetti che potessero essere rinvenuti…” 
tutto questo alla dipendenza unicamente di Pio VII. 

Oggi, grazie alle Memorie di Antonio Canova scritte dalla penna di Antonio D’Este, amico e direttore dello studio romano, nonché testimone oculare degli eventi, possiamo comprendere come Canova avesse in cura la tutela del vasto patrimonio artistico negli anni dell’occupazione francese dello stato Pontificio (1809–1814). 
Dopo il ritorno di Canova a Roma da Parigi, D’Este appuntava: 

"Era lieto di aver ottenuto dall’Imperatore Napoleone il vasto edifizio dell'Apollinare per le scuole, ed il vistoso assegnamento annuo per l'Accademia di san Luca, per gli scavi del Foro, e per l'incoraggiamento degli artisti; il che dovea farsi sotto la sua cura, alla quale volle che fosse associata la stessa Accademia: le quali occupazioni recavano all'artista sollievo ad un tempo ed istruzione." 


Canova, che aveva molto a cuore la formazione dei giovani artisti all’Accademia di San Luca, li coinvolgeva anche nell’esecuzione di scavi. A tal proposito, D’Este ci riporta questo estratto dalle Memorie sull'artista: 
"Le disposizioni decretate da Napoleone a beneficio dell'Accademia di san Luca, delle belle arti, ed a favore degli artisti di Roma, ebbero il loro effetto; ed è ancor viva la memoria di quella singolare providenza. 
Si assegnò a quell’illustre corpo il grandioso edifizio della vecchi fabbrica dell’Apollinare, s’instituirono pubbliche scuole con maestri per ciascuna classe, si incominciarono gli scavi del Fôro, si die'mano asoccorrere di lavoro gli artisti bisognosi, e tutto questo sotto la speciale tutela del mio amico. La quale occupazione gli fu carissima, perchè trattavasi del bene de’ propri simili, e de' suoi compagni di arte; e a questa aggiungevansi le altre de' pubblici musei, dei lavori che eseguivansi al Quirinale per migliorare l' abitazione della sovrana residenza, non escluso tutto ciò che riguardava l' ispezione delle Belle Arti; ingerenze tutte, che sebbene per sua volontà fossero in parte da me disimpegnate pure gli cagionavano non lieve fatica. Relativamente alla conservazione di tutti i capolavori dell'arte, alla loro escavazione, ed alla conservazione dei pubblici monumenti, egli volle associata l'Accademia di san Luca, siccome quella a cui spettano cotali diritti; e per raggiungere questo fine compiutamente, procurò di averne dal governo le necessarie facoltà, perché riconoscesse solennemente e confermasse queste attribuzioni a sì rispettabile corpo." 

iI questo breve filmato girato in occasione della mostra Canova. Eterna Bellezza, Fabio Benedettucci, curatore e storico dell’arte della Sovrintendenza Capitolina, ci propone un commento sul ruolo di Canova nell’Accademia. 

LA MOSTRA
Museo di Roma, Palazzo Braschi, Roma
19 maggio - 21 giugno 2020

FOTO DI COPERTINA
Antonio Canova, 1822, incisore di James Thomson, probabilmente dall'originale di ​John Jackson (1789 - 1850).