Rai Cultura

Il tuo browser non supporta video HTML5

Simone Sbaraglia

Così vicino, così lontano

Dal particolare all’universale, dalla visione ravvicinata alle prospettive lontane, l’obiettivo di Simone Sbaraglia traduce le immagini del mondo naturale in un linguaggio poetico che non dimentica le leggi della matematica e il rigore della geometria, passioni giovanili determinanti per la formazione del fotografo romano. E' una vocazione fortissima per la fotografia quella di Simone Sbaraglia, che, infatti, lascia il prestigioso centro di ricerca IBM a New York, per esplorare un pianeta selvaggio ed inseguire incontri ravvicinati e unici con animali notturni, grandi predatori, specie in estinzione.


Nei pellegrinaggi estetici attraverso i cinque continenti, dai deserti del sudovest americano alle immense pianure africane, dalle distese ghiacciate dell'Alaska fino alle vaste paludi della Florida, Sbaraglia procede alla ricerca di illuminazioni, di folgoranti istanti di bellezza e di armonia da custodire come testimonianza di un mondo in pericolo che è nostro compito salvaguardare per le generazioni future.


Per tutti Sbaraglia è ormai diventato “il fotografo che guarda gli animali negli occhi”, esito di un faticoso addestramento per conquistare la fiducia dei soggetti scelti e di una lunga preparazione sul campo prima dello scatto:

Ho cominciato come tutti a fotografare stando da lontano. Robert Capa diceva se le tue foto non sono abbastanza buone è perché non sei abbastanza vicino. Io credo che sia verissimo. Nel senso che essere vicino non significa solo essere vicino fisicamente, significa essere vicino emotivamente, comunicare empatia all’osservatore, comunicare che anche lui può essere parte di quella scena. Da lontano non è possibile. Si percepisce l’assenza del fotografo e l’osservatore stesso sarà assente.


 Negli ultimi anni le immagini di Simone Sbaraglia dal pianeta Terra, hanno vinto moltissimi premi (tra i quali, per tre volte consecutive, il prestigioso concorso tedesco “Glanzlichter”, nel 2012, 2013, 2014 e ancora nel 2017) accreditando il suo nome ai vertici della fotografia naturalistica internazionale.