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Carlo Scarpa e le Arti alla Biennale

Carlo Scarpa e le Arti alla Biennale

Opere e vetri dalla Collezione Gemin

22-Giu-2025 > 11-Gen-2026
L’Ala Gemin del Museo Gypsotheca Antonio Canova di Possagno (Treviso) accoglie la mostra “Carlo Scarpa e le arti alla Biennale. Opere e vetri”, un evento che mette in luce opere inedite della straordinaria Collezione Gemin.
Curata da Mario Gemin e Orietta Lanzarini la mostra presenta, per la prima volta, una parte significativa della collezione dell’architetto trevisano Luciano Gemin (1928-2023), amico di lunga data e collaboratore, per oltre un decennio, del protagonista indiscusso dell’arte veneziana del Novecento, Carlo Scarpa (1906-1978). 

Architetto, senza mai conseguire la laurea, designer, acuto conoscitore d’arte, restauratore di edifici antichi e in parte anche urbanista, Carlo Scarpa è stato un grande sperimentatore 

Inizia la sua carriera a Venezia con una serie di allestimenti presso la Biennale, ente con il quale collabora per quasi quarant’anni, dal 1934 al 1972, orientando la sua ricerca progettuale e artistica, prima come allestitore, poi come architetto. Questo legame così importante si trova riflesso nelle scelte di Luciano Gemin che negli anni colleziona pezzi fondamentali, oggi testimoni della sua ricca esperienza accanto al veneziano. 
Per questo, tra i molti capitoli di questa eccezionale storia, i curatori hanno scelto di ricostruire quello che più di ogni altro segna l’opera di Scarpa: il suo rapporto con le arti maturato in seno alla Biennale di Venezia.

La mostra è articolata in tre sezioni

La prima, intitolata “Gli artisti”, ha come focus un gruppo di opere realizzate da pittori e scultori famosi, tra i quali Klimt, Klee, Giacometti, Morandi, Viani e altri, che grazie alla mediazione della Biennale hanno avuto un ruolo di primo piano nella ricerca progettuale di Scarpa. 
Attraverso queste figure di primo piano della storia dell’arte, è possibile ricostruire una sorta di “geografia culturale” dei riferimenti impiegati da Scarpa all’interno della propria ricerca. Tra le opere in mostra, rappresentative del lavoro dei singoli artisti, spiccano “l’Angelo” di Paul Klee (1937, penna e acquerello su carta), “Studio per ritratto” di Gustav Klimt (1900, disegno su carta), “Angelo ribelle” di Osvaldo Licini (1950, disegno su carta), “Autoritratto” di Filippo De Pisis (1954, acquerello su carta), “Paesaggio” di Giorgio Morandi (1962, disegno su carta), “Senza titolo” di Tancredi Parmeggiani (1955, olio su tela), tre bronzi di Arturo Martini (San Sebastiano, 1927; Toro, 1942; Fuga in Egitto, 1940), tre sculture di Alberto Viani e “Donna che cammina” di Alberto Giacometti, nella versione del 1949.
Alcuni dei lavori esposti danno risalto ad altri capitoli decisivi nella biografia scarpiana, come il “Ritratto di Peggy Guggenheim” di Alberto Giacometti (1937, olio su tela), che raffigura la collezionista americana per la quale Scarpa curò un magistrale allestimento alla XXIV Biennale del 1948, o il “Ritratto di Olgivanna Wright” di Mario De Luigi (1951-1952, olio su faesite), moglie del grande architetto americano.

Questo ritratto femminile rievoca l’incontro di Scarpa con Frank Lloyd Wright a Venezia, dove ricevette la Laurea ad honorem dallo IUAV in occasione del suo viaggio in Italia del 1951

Nella seconda sezione, dal titolo “I vetri”, sono esposti una ventina di pregevoli esemplari di vasi e coppe per ripercorrere il lavoro di Scarpa come “consulente artistico” per le ditte vetrarie muranesi, Cappellin e Venini. 
L’eccezionale esperienza vissuta da Scarpa a Murano inizia con la vetreria M.VM. Cappellin (1926-31) e prosegue con la ditta di Paolo Venini (1932-47). Grazie al suo lavoro in fornace, l’architetto poté confrontarsi con un materiale affascinante e scoprirne le varie possibilità di modellatura dando vita a manufatti dove la ricerca tecnica va di pari passo a quella artistica. 

Tra il 1934 e il 1942, in particolare, la collaborazione con Venini consentì a Scarpa di partecipare alle diverse edizioni della Biennale sia come progettista di vetri, sia come allestitore delle sale riservate alla ditta muranese

La terza sezione, intitolata “Biennale 1968”, esplora l’esperienza di Scarpa come progettista e artista nello stesso tempo. In quell’anno rimodellava spazi e volumi del “Padiglione Italia”: le sue straordinarie idee affiorano in una serie di disegni autografi, finora inediti, e attraverso alcune opere di scultura ideate per il suo “Ambiente” alla XXXIV Biennale del 1968.
Questa selezione testimonia lo sforzo progettuale compiuto da Scarpa per ampliare gli spazi espositivi del “Padiglione Italia” che, nell’occasione, accoglieva, sia la rassegna “Linee della ricerca: dall'informale alle nuove strutture”, sia quattro mostre monografiche dedicate, per la prima volta, ad architetti contemporanei: Franco Albini, Louis Kahn, Paul Rudolph e lo stesso Carlo Scarpa. Per l’occasione, nei panni di un artista-scultore, Scarpa propone tre sculture, oggi iconiche. conservate nella Collezione Gemin: “Crescita”, “Erme”, “Contafili”.

La rassegna offre l’opportunità di ricordare la figura di Luciano Gemin 

La vicenda di Luciano Gemin (1928-2023) si lega a doppio filo con la storia del “Museo Gypsotheca Antonio Canova” e con Carlo Scarpa. Conosciuto durante gli anni di formazione allo IUAV di Venezia, tra i due si instaurò fin da subito un profondo legame di amicizia, che dalla prima metà degli anni Sessanta divenne un rapporto lavorativo durato fino alla scomparsa del veneziano. Lo testimonia anche l’impegno assunto da Gemin, nel 1978, per sviluppare e realizzare l'ultimo progetto condiviso con Scarpa, quello per la Banca Popolare di Gemona, impostato nelle sue linee generali da Scarpa poco prima di recarsi in Giappone, dove per un fatale incidente, muore il 28 novembre di quell’anno. Proprio da questo lavoro Luciano Gemin prese ispirazione per la realizzazione dell’Ala Gemin, ampliamento del “Museo Gypsotheca Canova” adiacente all’Ala realizzata da Scarpa tra il 1955 e il 1957, destinata inizialmente ad accogliere attività seminariali e conferenze e che oggi, ospita mostre temporanee.
Accompagna l’esposizione un ricco calendario d’iniziative collaterali, laboratori didattici per scuole e famiglie e conferenze (vedi il sito).

Carlo Scarpa e le Arti alla Biennale. Opere e vetri dalla Collezione Gemin
Museo Gypsotheca Antonio Canova, via Antonio Canova, 74 - Possagno (Treviso)
MUSEO CANOVA

Comitato scientifico: Moira Mascotto (Presidente), Elisabetta Barisoni, Giovanni Bianchi, Francesca Castellani, Mauro Pierconti, Carla Sonego
Catalogo della mostra, con saggi dei curatori, di Carla Sonego ed Elisabetta Barisoni, è in co-edizione tra il Museo Gypsotheca Antonio Canova e SAGEP.

ORARI. martedì-venerdì, 9.30-18.00; sabato, domenica e festivi, 9.30-19.00

FOTO DI COPERTINA
Carlo Scarpa e Luciano Gemin ad Asolo