Scala#1936. Milano, 2012. Casa della Fontana. Rino Ferrini. 1936
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Scala#1550. Bologna, 2017. Palazzo Isolani. Jacopo Barozzi da Vignola (attr.). 1550
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Scala#1934 I 1934. Palermo, 2010. Posta Centrale. Angiolo Mazzoni. 1934
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Scala#1934 II. Palermo, 2010. Posta Centrale. Angiolo Mazzoni. 1934
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Scala#1936 II. Roma, 2016. Quartiere Prati. 1936
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Scala#1936 I. Roma, 2015. Quartiere Prati. 1936
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Scala#1931. Venezia, 2012. Isola di Sant’Elena. 1931
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Scala#1927 IV. Paris, 2015. Hôtel Martel. Robert Mallet-Stevens. 1927
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Scala#1937 II. Roma, 2016. Quartiere Prati. 1937
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Scala#1927 I. Paris, 2015. Hôtel Martel. Robert Mallet-Stevens. 1927
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Scala#1693. Santiago de Compostela, 2014. Convento de Santo Domingo de Bonaval. Domingo de Andrade. 1693
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Scala#1591 I. Venezia, 2013. Convento della Carità, Gallerie dell’Accademia. Andrea Palladio. 1591
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Scala#1911. Napoli, 2017. Palazzo Mannajuolo. Giulio Ulisse Arata. 1911
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Scala#1882. Barcelona, 2014. La Sagrada Familia. Antoni Gaudì. 1882
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Scala#1932. Benevento, 2010. Palazzo delle Poste. Angiolo Mazzoni. 1932
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Scala#1912. Praga, 2017. Casa della Madonna Nera. Josef Gočár. 1912
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Scala#1989. Paris, 2013. Musée du Louvre. Ieoh Ming Pei. 1989
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Scala#1999. Duisburg, 2016. Küppersmühle Museum. Herzog & de Meuron. 1999
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Scala#2016. Milano, 2017. Porta Volta, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Herzog & de Meuron. 2016
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Luciano Romano, “Lo sguardo obliquo”. Studio Trisorio. Napoli 2012
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Luciano Romano. Studio Trisorio. ArteFiera 2014
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Loop#1937. Verona, 2013. Palazzo INA. Ettore Fagiuoli. 1937
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Le scale sotto la lente di Luciano Romano
Le scale come metafora del desiderio umano di tendere all'assoluto e al trascendente
Geometrie di curve, linee sghembe che si sviluppano verso l’alto lungo una superficie conica e che richiamano, in natura, la struttura di morfologie primordiali. L’architettura, dall’antichità fino ai nostri giorni, ha frequentemente applicato l’elica e la spirale conica sposandole con soluzioni di funzionalità spesso geniali. Viene subito in mente l’andamento elicoidale conico dell’iconografia della Torre di Babele o, in antitesi, la Torre dei Filosofi: una montagna sacra avviluppata circolarmente da un percorso in salita.
Le scale sono dunque una perfetta metafora dell’azione umana: dalla finitezza della superficie orizzontale di partenza, su su lungo un percorso regolare di ascesa verso l’infinito.
I lavori di Luciano Romano, incentrati sulla rappresentazione dello spazio, sono conservati in numerose raccolte pubbliche e private, quali la collezione di fotografia del MAXXI a Roma o la Robert Rauschenberg Foundation a New York. Ha ottenuto il premio Atlante Italiano 003 conferito dal Ministero dei Beni Culturali in collaborazione con la Triennale di Milano e la nomination al Prix BMW-Paris Photo (Parigi,Carrousel du Louvre, 2007). Ha esposto alla X Biennale Architettura di Venezia, al Museo MADRE di Napoli e al MAXXI di Roma. Nove suoi grandi ritratti in bianco e nero fanno parte dell’installazione permanente di Shirin Neshat alla Stazione Toledo della Metropolitana di Napoli.“Lo sguardo obliquo di Luciano Romano dà piacere all’occhio e aggiunge qualche elemento alla metafora: l’azione umana trasforma la natura e costruisce il mondo a propria immagine, in costante tensione verso l’assoluto e il trascendente, sfidando la legge di gravità e partendo dalla pesantezza e dall’opacità della pietra per mirare alla luminosità del cielo”.