Carlo Bononi (Ferrara?, 1569/1580? – Ferrara, 1632), Angelo custode, 1625 ca., olio su tela, cm 240 x 140. Questa pala d’altare è sempre stata ammirata come una delle più belle creazioni di Bononi e come tale celebrata nelle antiche guide di Ferrara. Il tema dell’Angelo custode si stava affermando a seguito della Controriforma cattolica, e qui lo vediamo interpretato come eroica figura maschile che indica le glorie celesti a un giovane inginocchiato, proteggendolo dalle insidie del demonio. Lo sfondo è un tipico squarcio di paesaggio alla ferrarese, dal colore a macchia e dagli accesi contrasti luministici. Dalla chiesa di Sant’Andrea a Ferrara; in Pinacoteca dal 1863.
1 / 4
Simone dei Crocifissi (Simone di Filippo; Bologna, 1355–1399), Il sogno della Vergine, 1355-65 ca., tempera su tavola, cm. 75 x 52. L'opera, in origine cimasa di un polittico, presenta una rarissima iconografia di cui sono noti pochi esempi a Bologna nella seconda metà del '300. Maria, strumento di salvezza dell’umanità, vi appare come radix sancta (radice santa) dell’albero della Vita, che prende forma di vite (simbolo di Cristo) e serve da croce. La misteriosa fonte di questa visione, forse un’antica leggenda orientale, sta nel libro letto dalla donna sulla sinistra, da cui sembra materializzarsi l’immagine salvifica. Proveniente dal convento del Corpus Domini a Ferrara, poi collezione Costabili, fu acquistato per la Pinacoteca nel 1874.
2 / 4
Cosmè Tura (Ferrara, 1433 ca.–1495), Giudizio di san Maurelio, 1480 ca., olio su tavola, diam. cm 48. Assieme al tondo raffigurante il Martirio del santo, il Giudizio è fra le prime opere giunte nelle raccolte della Pinacoteca. È tutto quanto rimane di un polittico posto sull’altare dedicato a san Maurelio, primo vescovo e compatrono di Ferrara, nell’antica basilica di San Giorgio. L’altare fu forse commissionato a Tura da Nicolò Roverella, priore del monastero olivetano di San Giorgio, nel corso del rinnovamento della chiesa, che nel 1479 fu dedicata anche ai santi Maurelio e Lorenzo. Dalla chiesa di San Giorgio a Ferrara; collezione Zafferini; Palazzo Municipale di Ferrara dal 1817; in Pinacoteca dal 1836.
3 / 4
Vittore Carpaccio (Venezia, 1460-65 ca. – 1525-26), Morte della Vergine, 1508, olio su tavola, cm 242 x 147. Non sono note le vicende e il committente che portarono a Ferrara l’opera di uno dei maggiori pittori veneziani dell’epoca, allora all’apice della fama. La raffigurazione della Madonna distesa sul letto funebre, circondata dagli apostoli e di Cristo in gloria che ne accoglie l’anima corrisponde alla tradizionale iconografia della Dormizione di Maria. L’idea degli edifici in prospettiva sullo sfondo è ripresa dal mosaico eseguito su disegno di Andrea del Castagno per la basilica di San Marco a Venezia (1442-43). Dalla chiesa di Santa Maria in Vado a Ferrara; in Pinacoteca dal 1836.
4 / 4