Rai Cultura

Il tuo browser non supporta video HTML5

Cineteca Museo Nazionale del Cinema

A Torino conservati 120 anni di storia del cinema

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino è una struttura complessa e articolata. Oltre a conservare collezioni di importanza internazionale, esposte in parte alla Mole Antonelliana, gestisce un cinema - il "Massimo" - e un laboratorio didattico per la formazione di giovani film maker.

Il direttore Domenico De Gaetano snocciola un po' di cifre: sono oltre un milione e 800 mila gli oggetti filmici di un imponente patrimonio fatto di film in pellicola (circa 30 mila), libri, manifesti, locandine, fotografie e apparecchiature per fare il cinema con esemplari che risalgono agli albori della Settima Arte. I primi materiali raccolti dalla fondatrice del Museo, la critica cinematografica Maria Adriana Prolo (1908 - 1991), appartengono infatti alla stagione pioneristica del cinema muto italiano. Pezzi unici realizzati da maestri come Giovanni Pastrone (1883 - 1953) e Arrigo Frusta (1875 - 1965), messi insieme in una collezione di grande importanza storica a livello mondiale. 



Il progetto di digitalizzazione del patrimonio filmico della Cineteca del Museo del Cinema è stato portato avanti in due fasi: inanzitutto la catalogazione della totalità del materiale presente applicando un unico sistema di schedatura e, successivamente, la creazione di un Laboratorio per la conversione in digitale delle pellicole, con un investimento in parte finanziato da fondi messi a disposizione dal Ministero della Cultura, dove i film vengono scansionati, corretti, restaurati e trasformati in file digitali pronti per la proiezione in sala.

Gabriele Perrone, responsabile del Laboratorio di Restauro Digitale della cineteca, spiega come una pellicola muta degli anni Dieci, realizzata dalla Ambrosio Film con un passo a 18 fotogrammi al secondo, viene scansionata in alta definizione ed esca dalla macchina in formato file 4K.

Ma qual è il principio guida con cui i film vengono selezionati per essere portati a nuova vita? Ce lo spiega Claudia Giannetto, responsabile Area Mole del Museo:

La priorità la stabilisce l'urgenza di preservare e poter riproporre i materiali di interesse storico. Quindi la nostra attenzione è andata subito al nucleo della produzione più antico: centinaia di film in supporto nitrato che purtroppo non hanno vita eterna

Il lavoro di restauro, realizzato pazientemente scena per scena, ha un'unica priorità: il rispetto rigoroso dei materiali di partenza. E un obiettivo primario: proporre e far conosce questi materiali ad un pubblico il più ampio possibile con proiezioni mirate e partecipazioni a festival ed eventi di rilevanza nazionale e internazionale. Perché attraverso il cinema di ieri si può fare luce su moltissimi aspetti del passato per comprendere meglio il nostro presente.

Con questa finalità la Fondazione ha creato, nel 2010, la rassegna cinematografica Histoire(s) du Cinéma, in collaborazione con l'Università di Torino che, con le cattedre di cinema del Dipartimento di Studi Umanistici, svolge un’ampia e articolata attività di ricerca e formazione dedicata al cinema.