Rai Cultura
Gloria Swanson e Rodolfo Valentino nel 1922
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Charlie Chaplin e Pola Negri nel 1923
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Stan Laurel e Oliver Hardy, in arte Stanlio e Ollio
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L'attore Charley Chase negli anni Venti
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Charlie Chaplin
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Un ritratto di Rodolfo Valentino sulla copertina della rivista Cinefilo
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Il comico Harold Lloyd nel 1923
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I fratelli Marx al gran completo
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Buster Keaton e Virginia Fox
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Brigitte Helm in Metropolis, 1927
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Jimmy Finlayson, caratterista britannico, fantastica spalla di Stanlio e Ollio
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Greta Garbo negli anni Trenta
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John Corradine
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Anita Page
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Charlie Chaplin
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Harry Langdon, 1925
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Francesca Bertini, la diva assoluta
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La leggenda Billie Dove
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Buster Keaton e Anita Page
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Max Linder, 1922. Attore, regista e sceneggiatore francese
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Charlie Chaplin
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Lon Chaney, attore regista e sceneggiatore statunitense
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Musidora, al secolo Jeanne Roques. Attrice, regista e produttrice cinematografica francese
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Raoul Walsh e Gloria Swanson nel 1928
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Camilla Horn nel 1930
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Divi senza sonoro

1895 - 1927. Gli anni del muto

Tra la fine dell'Ottocento e il 1927 il cinema era muto e le proiezioni si realizzavano nei teatri. Il primo film sonoro infatti si intitola Il cantante jazz (1927) e segna ufficialmente il nuovo corso anche se il passaggio non avvenne prima del 1930. Lo stesso Charlie Chaplin, fermo sostenitore del genere, recitò con l’apporto del sonoro solo nel 1940 ne Il grande dittatore
Gli attori che fecero la storia della cinematografia ai suoi albori erano accompagnati, soprattutto nei grandi teatri, da pianisti o organisti – qualche volta addirittura da vere e proprie orchestre – che suonavano dal vivo a commento delle scene che scorrevano sul grande schermo. Qualche volta una voce fuoricampo forniva al pubblico brevi spiegazioni sulla trama, più spesso le immagini lasciavano il posto a didascalie e commenti scritti. 
Il primo film muto è datato 1888 e si intitola Roundhay Garden Scene. Ma i fratelli Auguste e Luois Lumière brevettarono ufficialmente la loro invenzione nel 1895 riprendendo, con la loro rudimentale macchina da presa, in un breve filmato, gli operai che uscivano dalle fabbriche Lumière.
Per raggiungere emotivamente il pubblico senza l’ausilio della parola, la recitazione richiedeva enfasi mimica e grande mobilità facciale. Nel genere comico questa tecnica creò un sottogenere in gran voga, soprattutto negli Stati Uniti, negli anni Venti: la slapstick comedy. Una trama semplice, raccontata attraverso il linguaggio immediato delle gag, studiate per suscitare nello spettatore l’esplosione della risata. Un esempio per tutti? La classica torta in faccia.

In quegli anni, con il muto, nasce anche il fenomeno del divismo. Tra i primi a suscitare nel pubblico reazioni di fanatismo di massa, l’attrice Gloria Swanson e il nostro Rodolfo Valentino
In questa fotogallery, alcuni dei volti più noti della storia del cinema muto.