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Lo sport raccontato da Calvino e Pasolini

Un inviato speciale alle Olimpiadi

Le Olimpiadi di Helsinki del 1952 e quelle di Roma del 1960 ebbero come cronisti d’eccezione, rispettivamente, gli scrittori Italo Calvino, per il quotidiano l’Unità, e Pier Paolo Pasolini, per la rivista Vie nuove. Qual è stato il rapporto dei due celebri letterati con lo sport? Di Calvino, che separava nettamente il lavoro di giornalista da quello di scrittore, il filmato presenta  gli articoli scritti in occasione delle Olimpiadi del 1952 e dedicati al grande campione finlandese del mezzofondo degli anni venti, Paavo Nurmi, e al marciatore italiano Giuseppe Dordoni. Nel 1960, anno delle Olimpiadi di Roma, Pasolini inizia anche la prima esperienza cinematografica; in un’intervista, la direttrice di Vie nuove, Maria Antonietta Macciocchi, racconta come iniziò la collaborazione dello scrittore alla rivista, e quanto vera e intensa fosse la sua passione sportiva. Il filmato si chiude con le immagini di Pier Paolo Pasolini che gioca con gli amici una partita di calcio su un campo di Fregene.

Nel 1952 Calvino fu alle Olimpiadi ma nessuno ha ancora scoperto perché. Si dice che l'idea fosse venuta allo stesso Togliatti. Altri sostengono che l'idea possa essere stata del direttore dell'Unità di Milano, che aveva l'idea di unire letteratura e sport. Sulle motivazioni personali di Calvino, invece, c'è ancora moltissimo da scoprire.

Italo Calvino nasce a Santiago de Las Vegas de La Habana il 15 ottobre 1923, figlio di due scienziati (il padre è agronomo, la madre biologa). Si trasferisce in Italia con la famiglia e frequenta le scuole a Sanremo. Terminato il liceo si iscrive ad Agraria, ma interrompe l'Università per evitare l'arruolamento forzato e dopo l'8 settembre si unisce alle brigate partigiane nella Brigata Garibaldi. Nel 1944 entra nel Pci e alla fine della guerra ne diventa militante attivo. Si laurea alla facoltà di lettere di Torino e nel frattempo inizia a collaborare a riviste (tra cui il Politecnico di Vittorini) e quotidiani. Entra a lavorare all'Einaudi e nel 1950 viene assunto definitivamente come redattore. Iniziano i questi anni le prime uscite dei suoi romanzi, tutti accolti con grande stima dalla critica internazionale. Nel 1964 sposa all'Avana Esther Judith Singer e l'anno successivo nasce la figlia Giovanna. Nel 1966 si trasferisce a Parigi con la famiglia. Inizia a collaborare con il Corriere della Sera, quindi con La Repubblica su cui scrive fino al 1984.  Nel 1980 una raccolta dei suoi saggi viene pubblicata con il titolo di Una Pietra Sopra e nello stesso anno si trasferisce a Roma. Nel 1983 pubblica Palomar, una serie di racconti ricchi di “disillusa amarezza” e l’anno dopo presso Garzanti, pubblica Collezione di Sabbia. Nel 1985 invitato a tenere una serie di lezioni a Cambridge alla Haward University, prepara le Lezioni Americane che verranno pubblicate postume nel 1988. Colpito il 6 settembre da ictus, muore a Castiglione di Pescaia nella notte fra il 18 e il 19. Tra i suoi libri più letti: Il visconte dimezzato, Il barone rampante, Il cavaliere inesistente, Le città invisibili, Se una notte d'inverno un viaggiatore.

Pier Paolo Pasolini (Bologna, 1922 - Roma, 1975) scrittore, poeta, regista, sceneggiatore, drammaturgo e giornalista, è stato uno tra i maggiori intellettuali italiani degli anni Settanta, il poeta è amato e odiato per la radicalità dei suoi giudizi e per le sue aspre critiche alle abitudini borghesi, ma anche al movimento sessantottino. Trascorre l’infanzia in Friuli per poi trasferirsi a Bologna, dove inizia le sue frequentazioni letterarie e culturali. Nel 1945, Pasolini è Academiuta di lenga furlana, per promuovere l’utilizzo del dialetto nella letteratura. Nel 1955 pubblica Ragazzi di vita: il libro, che tratta il tema della prostituzione omosessuale maschile, viene accusato di oscenità. Nello stesso anno, fonda la rivista letteraria Officina e nel frattempo inizia a lavorare nel cinema. Il suo primo film, Accattone, è del 1960. Seguiranno Il Vangelo secondo MatteoUccellacci e uccelliniIl DecameronFiore delle mille e una notte e molti altri. Pasolini fa discutere anche al di fuori della letteratura e del cinema: famosa è la sua invettiva contro la “falsa rivoluzione” e i “borghesi conformisti”, con la quale si schiera, all’indomani degli scontri di Valle Giulia, contro il movimento studentesco. Per l’omicidio di Pasolini verrà condannato un “ragazzo di vita”, Pino Pelosi, che poi ritratterà la confessione. Le circostanze della morte di Pasolini non sono ad oggi ancora state chiarite.