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Teresa Ciabatti, La più amata

La scoperta di essere normali

Un padre terribilmente ingombrante, così ingombrante che a distanza di ventisei anni dalla sua morte, la figlia, che ne ha già adombrato la figura in altri romanzi, decide di prendere la questione di petto e di scrivere di lui, utilizzando nome e cognome e ricostruendo tutto il suo percorso biografico. Lorenzo Ciabatti è al centro de La più amata di Teresa Ciabatti, in uscita da Mondadori. Il Professore, come lo chiamano tutti al San Giovanni di Dio di Orbetello, ma anche fuori di lì, è una potenza: proprietario di case e terreni, primario a trentun anni, non ha che da schioccare le dita per veder accorrere una folla desiderosa di esaudire le sue richieste. C’è uno strano effetto ottico nel libro: la figura del padre che giganteggia nella prima parte, si riduce man mano che la narrazione procede e non solo a causa del suo tracollo economico e fisico, della separazione dalla moglie; è proprio lui che diventa meschino agli occhi della figlia che lo ha idolatrato. E il libro che sembrava nato dal desiderio di scavare nelle pieghe nascoste dell’uomo, di fornirne un ritratto completo, alla fine butta lì qualche ipotesi (è stato un massone? ha avuto relazioni con altre donne o forse con uomini?) senza arrivare fino in fondo (come ha fatto la madre di Teresa che per un po’ gli ha messo alle costole un investigatore e poi ha lasciato perdere). Il punto è un altro: passati i quarant’anni, avuta una figlia, Teresa, sempre pronta a definirsi “anaffettiva, discontinua, egoista, diffidente” doveva fare i conti con il proprio passato, conciliare la bambina al centro delle attenzioni di tutti con la ragazza che fatica a farsi notare alle medie, “la più amata” dal padre con la figlia trascurata, la futura attrice-filosofa-ministra con la scrittrice che è diventata. La più amata si legge d’un fiato e disturba il lettore come solo i bei libri sanno fare. Con Teresa Ciabatti abbiamo parlato di verità biografica e finzione letteraria, di ossessioni private e rispecchiamenti pubblici.

Perché ho deciso di scrivere questo libro con i nomi veri, intanto sono tutti morti, quindi potevo permettermelo, ma anche perché è stata veramente una liberazione poterlo raccontare il più vicino possibile al reale.

Teresa Ciabatti, nata e cresciuta a Orbetello, vive a Roma. I suoi romanzi sono: Adelmo, torna da me (Einaudi), I giorni felici (Mondadori), Il mio paradiso è deserto (Rizzoli), Tuttissanti (Il Saggiatore). Collabora con "Il Corriere della Sera" e con "la Lettura".