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Thomas Stearns Eliot: La Terra Desolata

Un commento di Claudio Gorlier

Nel filmato, tratto da un programma del 1969, Claudio Gorlier, professore di letteratura dei paesi di lingua inglese all’Università di Torino, commenta il poemetto Terra desolata di Thomas Stearns Eliot. Viene composto tra il dicembre del 1921 e il gennaio del 1922 mentre il poeta è con la moglie in Svizzera, a Losanna, dove viene ricoverato per problemi di instabilità psichica, in seguito a un forte esaurimento nervoso. Eliot lo spedisce a Ezra Pound, che interviene sulla revisione del testo, tanto che Eliot gli dedica il poemetto definendolo "il miglior fabbro" (espressione presa da Dante Alighieri, che chiamava così il poeta provenzale Arnaut Daniel nel canto XXVI del Purgatorio). Il brano scelto, letto alla fine del filmato, è caratteristico della struttura della Terra desolata, in cui Eliot tenta di dare un’immagine della crisi della civiltà e della cultura contemporanea, attraverso l’esplorazione del presente e dei miti del passato. La rappresentazione della grigia, grande e anonima città moderna, la “città irreale”, incontra una grande figura mitica, Tiresia, nella cui ambiguità e nella capacità di veggente, anche di catastrofi, l’autore insegue un simbolo preciso.

April is the cruellest month, breeding
Lilacs out of the dead land, mixing
Memory and desire, stirring
Dull roots with spring rain.