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Giovanni Grasso, Il caso Kaufmann

Vincitore del premio Cortina d'Ampezzo 2019

Nel romanzo Il caso Kaufmann (Rizzoli) Giovanni Grasso parte dalla storia vera di un commerciante ebreo condannato a morte nella Germania nazista per il reato di “inquinamento razziale”: l’accusa era quella di aver avuto una relazione con una giovane ariana, figlia di un suo amico. Il suo Leo entra in scena a sessantadue anni. Siamo a Norimberga nel 1933, Leo Kaufmann ha ereditato una fiorente ditta dal padre e dal nonno ed è il presidente della comunità ebraica locale. Il vento dell’antisemitismo soffia già feroce, ma lui, come molti altri, è convinto che passerà; si considera un tedesco di religione ebraica e non immagina cosa lo aspetta. Irene, ventidue anni, arriva a Norimberga dopo una terribile delusione amorosa, e viene ospitata nella mansarda di Leo per l’amicizia che lega questo a suo padre. Studia fotografia ed è da subito attratta da quest’uomo molto più grande di lei, gentile e fascinoso. A sua volta il vedovo Leo vede in Irene uno spirito libero e una piacevole compagnia. I due si frequentano, lui la incoraggia e la sostiene.Grasso descrive il progressivo incanaglirsi del clima attorno ai due protagonisti fino alla spaventosa Notte dei Cristalli, mentre prosperano esseri spregevoli come il vicino di casa Otto, che non esita a spargere voci sulla relazione infamante tra un ebreo e un’ariana. Gli fanno eco la portinaia che Leo ha dovuto licenziare per colpa delle leggi razziali, un’inquilina influenzabile e quando la storia arriverà in tribunale anche l’oste, il fioraio. Il processo sta per concludersi con il proscioglimento di Leo: un giudice onesto lo ritiene non colpevole per mancanza di prove; interviene la Corte Speciale, il diritto viene piegato alla causa nazista, l’uomo verrà decapitato, la donna dovrà scontare quattro anni di prigione per falsa testimonianza. La storia è raccontata in modo chiaro, diretto: tutto è terribilmente lampante, terribilmente autentico. Come il rimpianto che coglie Leo prima dell’esecuzione: avessimo almeno fatto l’amore, avessi ceduto ai miei impulsi, al desiderio di lei, invece di tirarmi indietro in nome di cosa? Un libro che ci ricorda come il fanatismo sia dietro l’angolo e l’inimmaginabile possa diventare realtà. Dal monologo iniziale della portinaia:

Oggi c'è la democrazia, sono arrivati i democratici e noi poveracci di conseguenza siamo diventati democratici. Ma non lo abbiamo deciso noi, lo siamo e basta. Sono i tempi. Ieri era diverso, comandavano i nazisti, ma per noi non cambiava granché.  A quei tempi, quando tutti eravamo nazisti, dire "democratico" a qualcuno era un insulto, peggio che dirgli "ladro" o "mascalzone" o "carogna". Oggi, che tutti sono democratici, dire "nazista" è diventato peggio che dire "assassino". È la politica, beato chi la capisce

Giovanni Grasso è nato a Roma il 14 ottobre 1962. È giornalista parlamentare e saggista. Tra le sue pubblicazioni le biografie di Oscar Luigi Scalfaro e di Piersanti Mattarella e i Carteggi Sturzo-Rosselli e Sturzo-Salvemini. È autore di  documentari televisivi di carattere storico, trasmessi dalla Rai. Dal 2015 è consigliere del Presidente della Repubblica per la stampa e la comunicazione.