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Daniele Del Giudice: i margini

Un'intervista del 2005

A Roma per il festival Letterature nel 2005, Daniele Del Giudice risponde a una domande sull'impegno politico e sulla sua passione per la scienza e la tecnica. Parla del suo lavoro sui margini, ricorda la distribuzione dell'Unità in periferia fatta da ragazzo  e dichiara di sentirsi a suo agio con la manualità, a differenza dell'intellettuale italiano medio.

Lo scrittore, non dico il poeta, per essere un vero scrittore deve non sapere neppure chiudere la macchina del caffè, neanche la moka, cioè una manualità che sporca l'anima, che sporca la purezza dello spirito... io con vergogna devo dire ho passato molte più ore con tecnici, meccanici negli hangar ma anche  nei garage delle automobili che non con poeti e letterati.


Daniele Del Giudice (1949-2021), ha lavorato alla redazione di Paese sera. Ha pubblicato Lo stadio di Wimbledon (romanzo, 1983), Atlante occidentale (romanzo, 1985), Nel museo di Reims (racconto, 1988), Staccando l'ombra da terra (libro composto di varie narrazioni ma fortemente organico, 1994), Mania (raccolta di racconti, 1997), I-Tigi. Canto per Ustica (testo di uno spettacolo scritto con Marco Paolini, 2001 e 2009), Orizzonte mobile (altro libro composito ma unitario, 2009). Piú recentemente sono stati raccolti suoi scritti nei due volumi In questa luce (saggi e scritti autobiografici, 2013) e I racconti (2016). Tra i suoi saggi letterari, ricordiamo l'introduzione alle Opere complete di Primo Levi (1997 e 2016). Nel 2002 gli è stato assegnato il premio Feltrinelli - Accademia dei Lincei per il complesso della sua opera narrativa