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Ali Smith, Una casa lontano da casa

Appartenere al mondo intero

Una casa lontano da casa è il racconto inedito che Ali Smith ha presentato a Letterature Festival Internazionale di Roma 2025 sul tema ritorni. La scrittrice si interroga su cosa significhi la parola casa: “tragedia, commedia, madre, padre, esilio, nostalgia, storia, canzone. In un modo o nell’altro alla fine casa vuol dire questo, per tutti gli abitanti della terra”.  Rifiuta l’idea semplicistica dei nazionalismi e chiede di essere pensata come una “internazionalista scozzese” che rivendica le sue radici ma, allo stesso tempo, l’appartenenza al mondo intero.


Questa intervista è stata raccolta in occasione di Letterature Festival Internazionale di Roma 2025

Traduzione consecutiva di Martina Testa

Pensatemi come un’internazionalista scozzese. Vengo da un luogo che mi ha donato il mondo. Lo stesso vale per tutti. Pensate alla nostra nazionalità come qualcosa che è il risultato del caso e di un passaporto, e a tutti noi, ovunque ci troviamo, come esseri fatti della stessa materia. Sono ingenua, fuori dal mondo, a vederla così? Personalmente credo invece che sia la quintessenza del concetto di mondo, casa mia e casa vostra.


Ali Smith nata a Inverness in Scozia, è tra le voci più originali della letteratura britannica. È autrice di racconti e romanzi, tra cui Autunno (2016), Inverno (2017), Primavera (2019), Estate (2020), che compongono un quartetto sulle stagioni, e Hotel world (2001), Voci fuori campo (2005), L’una e l’altra (2016) Coda (2022).