Antonio Manzini, Sangue marcio

Pubblicato la prima volta nel 2005, torna da Piemme l’esordio letterario di Antonio Manzini, Sangue marcio. Due fratelli, Massimo e Pietro, cresciuti in una famiglia ricca, subiscono un terribile shock da ragazzi quando il padre viene arrestato con accuse gravissime. La madre non regge lo scandalo e si toglie la vita; Massimo va a vivere con gli zii, Pietro finisce in un istituto dove subisce violenza e impara ad esercitarla. Ritroviamo i due ormai adulti: vivono entrambi in Abruzzo, il più grande è commissario, l’altro giornalista. Entrambi seguono il caso di un serial killer che uccide donne trentenni di bell'aspetto facendole molto soffrire. Il libro in cui Manzini trova la propria voce, il proprio stile e la capacità di mettere a nudo la solitudine dei suoi personaggi.

La mia stanza era quattro metri e sette per sei metri e quarantanove centimetri. Avevo centoventuno libri, quarantasette giochi in scatola, ventuno quaderni, centosessanta pennarelli Grinta, tre scatole di matite Giotto e trecentosessantanove soldatini Airfix. Avevo contato tutto. Non sapevo più cosa fare. Non avevo voglia di giocare a Space Invaders. Non potevo vedere più Giuseppe, né Francesca. Chiuso dentro, sembrava che mi avessero messo in prigione insieme a mio padre.

Antonio Manzini, scrittore e sceneggiatore, ha esordito nella narrativa con Sangue marcio (Fazi, 2005), seguito da La giostra dei criceti (Sellerio). Nel 2013 ha pubblicato per Sellerio il primo libro con protagonista Rocco Schiavone, Pista nera, cui ne sono seguiti altri tredici più due raccolte di novelle. Inoltre, ha pubblicato i romanzi Orfani bianchi (Chiarelettere), Gli ultimi giorni di quiete, La mala erba, Ogni riferimento è puramente casuale, Sull’orlo del precipizio (Sellerio) e Tutti i particolari in cronaca (Mondadori). Ha scritto un libro per ragazzi, Max e Nigel (Sellerio, 2025).