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Georgi Gospodinov, Ritorni possibili e impossibili
Rifugi nel tempo
Un inedito di grande intensità quello che Georgi Gospodinov ha presentato a Letterature Festival Internazionale di Roma 2025.
Una riflessione sui ritorni, in primo luogo quelli di cui tutti facciamo esperienza. Parla di epifanie dell’infanzia Gospodinov, non serve tornare nei luoghi fisici in cui siamo stati bambini perché ‘siamo tutti emigrati dalla patria dell’infanzia’ persino il nostro invecchiare è ‘un esilio dal nostro corpo di bambini’. Anche i personaggi che hanno compiuto un ritorno che si conclude felicemente, come Ulisse, devono attraversare il passato: tornato a Itaca, l’eroe, per essere ammesso nelle stanze dell’’infinito presente’ del passato, deve riconquistare la memoria di sé. Georgi Gospodinov ritorna in questo testo al tema centrale del romanzo, amatissimo dai lettori, Cronorifugio, titolo che è anche un neologismo che si accosta bene a quello speculare di cronostalgia. E accanto all’esilio di Ovidio, all’impossibilità dei suoi genitori di partire e quindi di ritornare, ai ritorni infelici di Orfeo ed Euridice e di Lot, ai ritorni che uccidono, come quelli di Naval’nyj, Gospodinov riflette sui nazionalismi che propongono pericolosi ritorni al passato, trappole più che rifugi del tempo.
Traduzione di Irina Stoilova
Una riflessione sui ritorni, in primo luogo quelli di cui tutti facciamo esperienza. Parla di epifanie dell’infanzia Gospodinov, non serve tornare nei luoghi fisici in cui siamo stati bambini perché ‘siamo tutti emigrati dalla patria dell’infanzia’ persino il nostro invecchiare è ‘un esilio dal nostro corpo di bambini’. Anche i personaggi che hanno compiuto un ritorno che si conclude felicemente, come Ulisse, devono attraversare il passato: tornato a Itaca, l’eroe, per essere ammesso nelle stanze dell’’infinito presente’ del passato, deve riconquistare la memoria di sé. Georgi Gospodinov ritorna in questo testo al tema centrale del romanzo, amatissimo dai lettori, Cronorifugio, titolo che è anche un neologismo che si accosta bene a quello speculare di cronostalgia. E accanto all’esilio di Ovidio, all’impossibilità dei suoi genitori di partire e quindi di ritornare, ai ritorni infelici di Orfeo ed Euridice e di Lot, ai ritorni che uccidono, come quelli di Naval’nyj, Gospodinov riflette sui nazionalismi che propongono pericolosi ritorni al passato, trappole più che rifugi del tempo.
Traduzione di Irina Stoilova
Georgi Gospodinov, nato a Jambol nel 1968 è uno scrittore bulgaro, amatissimo dalla critica e dai lettori. Tra le sue opere, pubblicate da Voland, Romanzo naturale, Fisica della malinconia (finalista al premio Gregor Von Rezzori e al Premio Strega Europeo), Cronorifugio (premio Strega Europeo 2021, International Booker Prize 2023), Il giardiniere e la morte.Quando il futuro è cupo e il presente non è più una casa sicura per noi, iniziamo a cercare rifugio nel passato. Non in un luogo specifico, perché in tempi di gravi cataclismi nessun luogo è sicuro. Ma un rifugio in un momento specifico. Questo è ciò che io chiamo “cronorifugio”.