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Laura Marzi, Stelle cadenti

Di fronte agli imprevisti

Il romanzo di Laura Marzi, Stelle cadenti (Mondadori) è la storia di una famiglia che funziona male sin dall’inizio e che continua a presentare le stesse dinamiche per trent’anni, anche una volta che i figli sono cresciuti e che i genitori sono invecchiati, ma è anche la storia della formazione di una ragazza bella e ambiziosa che si scontra con realtà amorose e lavorative molto frustranti ed è anche la storia della fine di un partito politico, la Democrazia cristiana, che trascina con sé insieme a uomini di malaffare l’annichilimento delle persone che avevano creduto in quel progetto, e infine è la storia di un Paese che s'illudeva di essersi liberato della corruzione ed è sprofondato nel ventennio berlusconiano. Nel 1993 Ludovica e Edoardo sono adolescenti quando il padre, Arturo Montella, segretario regionale della Democrazia cristiana, viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mani pulite. Tre mesi, dopo, quando il padre torna a casa dopo aver patteggiato, la vita dei Montella è cambiata per sempre: la madre dei ragazzi, già poco presente con loro, schiantata dall’evento, comincia a rivolgersi a guru vari; Edoardo rompe i rapporti con Ludovica che ha avuto una relazione con Tommaso, l’amico di cui lui è innamorato. Ludovica, che è sempre stata studiosa e che sogna di diventare presidente del consiglio, lascia la politica attiva, stufa di doversi difendere dall’accusa di essere figlia di un democristiano corrotto e si concentra sui libri; Edoardo si trasferisce a Catania per star più lontano possibile dalla famiglia che non accetta la sua omosessualità. Seguiamo Ludovica mentre si tuffa in una relazione tossica con un professore toscano molto più vecchio di lei, mentre parte per Parigi dove fa un dottorato già sapendo che non c’è posto per lei in ambiente accademico e infine a Roma, alle prese con un lavoro che le ripugna. Ma non è detta l’ultima parola, si può sempre cambiare rotta, smettere di inseguire sogni ammuffiti e inventarsene di nuovi.

Io ero rimasta in cucina a guardare nostra madre fissare il frigorifero, mi era sembrato di notare che aveva le lacrime agli occhi. Non aveva pianto mai, neanche una volta in tutto il tutto quel tempo, né quando mio padre era in carcere, né dopo, o almeno non lo aveva fatto davanti a me. Avrei voluto abbracciarla, ma non potevo consolarla per il motivo sbagliato. Il problema non era che a Edoardo piacevano i maschi, era la solitudine in cui eravamo precipitati: lei in una vita che non corrispondeva più ai suoi canoni, con un marito che non riconosceva più perché era diventato un perdente, e io con un fratello che aveva messo delle distanze siderali tra noi, come se fosse stata colpa mia, di tutto.


Laura Marzi ha un dottorato in Studi di Genere conseguito all’università “Paris 8”. Scrive per “il manifesto” e “LetterateMagazine” e traduce dall’inglese e dal francese. Vive a Roma. Nel 2022 ha esordito per Mondadori con il romanzo La materia alternativa, vincitore del premio Minerva e del premio John Fante per l’opera prima.