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Marco Drago, La bohème
Una stranezza normale
Scritto in prima persona plurale, il libro di Marco Drago La bohème (hopefulmonster editore) racconta un piccolo paese del Nord, in collina, che assomiglia a tutti i paesi dei dintorni, ma che diventa un polo di attrazione per i giovani grazie alla presenza di una birreria (“una calamita per i marcioni” la definisce l’autore) gestita da un tipo anomalo, Fredo, che ha viaggiato e ama la musica. A osteggiare Fredo c’è lo sbirro, Ginko, che dalla caserma da lui diretta a Canelli, ordina perquisizioni e posti di blocco per chi si reca nella tana del diavolo (poi si scoprirà che a essere diabolico è più il poliziotto che il gestore del locale). Con una prosa concisa ed evocativa Drago fa emergere un mondo di provincia che non c’è più, pieno di tipi bizzarri e caratterizzato dalla condivisione di emozioni, sogni, disullusioni.
Marco Drago è scrittore, traduttore e conduttore radiofonico. Ha pubblicato: L’amico del pazzo e altri racconti (Feltrinelli, 1998), Cronache da chissà dove (Minimum Fax, 2000), Domenica sera (Feltrinelli, 2001), Zolle (Feltrinelli, 2005), La vita moderna è rumenta (Feltrinelli, 2012), La prigione grande quanto un paese (Barbera Editore, 2013), Baladin, la birra artigianale è tutta colpa di Teo, con Teo Musso (Feltrinelli, 2013), Sesso calcio e rock and roll (Feltrinelli, 2014) e Innamorato (Bollati Boringhieri, 2023). Ha tradotto molti libri dall’inglese per i maggiori editori italiani. Tra il 2000 e il 2025 ha scritto e condotto con Gaetano Cappa trasmissioni radiofoniche per RadioRai, Radio24 e RSI. Fa parte della factory artistica Istituto Barlumen.I nostri paesi si assomigliavano tutti. Cambiava un poco la lingua, cambiava la disposizione delle strada intorno all’unica piazza, cambiava il matto da prendere in giro, cambiavano il prete, il sindaco e il messo comunale, i negozianti e le maestre della scuola, ma i sogni che quei paesi ci proibivano di realizzare con il loro semplice esserci erano gli stessi per tutti noi, così come erano le stesse curve che li nascondevano alla vista ma che non li facevano affatto sparire, perché loro c’erano, i paesi.