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Giancarlo Pastore, Prima dell'alba
La danza dentro
Andrea, il protagonista di Prima dell’alba di Giancarlo Pastore, pubblicato da Marsilio, è nato in un paese di mezza montagna da Dialma, che gestisce il bar centrale, e da Armando, benzinaio. Timido e isolato, il ragazzo scopre la danza attraverso un film visto in tv, e da quel momento non desidera altro che ballare. I genitori, su consiglio del sindaco del paese, lo iscrivono a ragioneria: Andrea odia la scuola e si rifugia nei boschi dove esegue le sue coreografie in compagnia di creature scaturite dalla sua immaginazione. L’unica a capirlo e stargli vicina è Stefania, sua amica dalla prima media; con il padre Andrea non parla e la madre, che pure lo adora, ha una gran paura di quello che il figlio è veramente. C’è poi Amedeo, il figlio maggiore del sindaco, che appare e scompare dalla vita di Andrea, in un gioco di seduzione che fa soffrire il ragazzo. Il merito di Amedeo, anche lui animato dalla passione per l’arte (nel suo caso la pittura), è quello di indirizzare Andrea verso lo studio della danza. Attraverso le lezioni il protagonista conoscerà Davide, che poco a poco diventerà per lui un porto sicuro. Uno straordinario romanzo di formazione che ci mostra una scoperta di sé attraverso l'ascolto dei propri desideri.
Giancarlo Pastore ha pubblicato i romanzi Meduse (Bompiani 2003) e Regina (Bompiani 2007) e la raccolta di racconti Io non so chi sei (Instar Libri 2009, premio Cocito). Ha partecipato al Dizionario affettivo della lingua italiana (Fandango 2008), e suoi racconti sono apparsi su riviste e antologie, tra cui Bloody Europe (Playground 2004), Ritratti dell’autore da cucciolo (Instar Libri 2016) e Over 60 – Men (Elmi’s World 2016). Per Marsilio, nel 2020 ha pubblicato Un giorno uno di noi (premio Fuori!).Quello che succedeva a me quando stavo con Amedeo, aveva a che fare con le crepe attraverso cui ognuno dei due era riuscito a guardare nelle profondità dell'altro, con il modo in cui entrambi chiudevamo gli occhi ascoltando la musica, con quello in cui il suo corpo accoglieva il mio e lo faceva sentire vivo, intero; non avevo le parole per descrivere la naturalezza che mi aveva spinto, senza che nemmeno me ne accorgessi.