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Federico Tavola, La grammatica di frontiera

Il racconto di un risveglio

Zénon è un trentenne sovrappeso che ha paura del buio; laureato in fisica, vive a Parigi e lavora per una una compagnia assicurativa. Da bambino aveva il dono di vedere i morti; una notte gli appare lo spirito di Johnny, imprenditore morto di ictus, che gli dice di aver bisogno di lui per andare a Delhi a salvare la vita di sua figlia Amandine. Zénon resiste come può alle pressioni del fantasma, ma finisce per licenziarsi e imbarcarsi in un viaggio molto avventuroso (non possono prendere l’aereo perché Johnny non lo regge). Inizialmente il protagonista può contare sui soldi presi a casa di Johny, ma poi subisce un furto e gliene restano pochissimi; tra incontri reali e spiriti che gli rivolgono richieste impellenti non ha un attimo di pace. A Belgrado scongiura una guerra tra clan mafiosi e rimedia un tatuaggio; a Istanbul impedisce un suicidio; in Anatolia salva la vita a profughe yezide irachene; a Teheran il suo intervento risulta fondamentale per un padre e una figlia; subisce un rapimento e torture. Dimagrisce, si libera di molte paure, si rende conto che le persone non sono né buone né cattive e che non esiste morale in natura. L’incontro con Amadine riserva le ultime sorprese… Nel romanzo di Federico Tavola, La grammatica della frontiera, pubblicato da Solferino, il viaggio diventa l'occasione per una scoperta degli altri e di sé, e il dialogo tra vivi e morti porta all'individuazione di un nuovo linguaggio, all'approdo a una realtà più vasta di quella fino ad allora concepita.

Non c'è morale in natura. Devo destrutturare il mio pensiero. Focalizzarmi sugli eventi. Non ho più bisogno di spiegazioni. Non temo più i fantasmi, ma continuo ad aver paura di dormire al buio. Johnny ha ragione. Sono uno sfigato senza speranze. Lo sapevo anche prima di partire. Ma certificarlo sul campo è avvilente. Devi avere tutta tolleranza, ha detto la yazida. Tolleranza per me stesso. Perché? Tollerare è sopportare. Forse significa accettarmi per quello che sono, non necessariamente piacermi.

Federico Tavola ha iniziato la sua carriera come ricercatore scientifico, lavorando in Italia e all’estero nel campo della biofisica e della fisica nucleare applicata. Negli ultimi dieci anni ha viaggiato a lungo, intrecciando ricerca e scrittura. All’inizio del 2020 si è stabilito per due anni in una piccola comunità creola a La Réunion, dove ha avviato la stesura de La grammatica di frontiera. Divide il suo tempo tra Parigi e Milano, dove insegna fisica all’Università Statale di Milano.