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Annalisa De Simone, Ingrata

Un destino già scritto

È molto giovane Letizia Maestracci quando incontra per la prima volta Tonino Giuliante. Lei è una studentessa di giurisprudenza abruzzese, lui un politico di fama, un uomo colto e appassionato di arte e letteratura, anche se non ha fatto studi regolari. Siamo a Roma nel 1991. Ingrata di Annalisa De Simone (Nutrimenti) è la storia del rapporto tra i due che hanno venticinque anni di differenza: lui la protegge, la incoraggia, le suggerisce letture, le agevola la carriera; lei stravede per lui. Quando Tonino viene arrestato nell’ambito dell’inchiesta Mani pulite, Letizia non solo non lo va a trovare anche se è sicura che sia innocente, ma dichiara anche a un giornalista che dieci anni sono pochi per la gravità del reato. Un romanzo sul tradimento e sul senso di colpa ispirato alla figura di Ottaviano Del Turco.

Facevo parte di una generazione cresciuta fra i lustrini del boom economico e anche se di paillettes a Collebrincioni non se ne erano viste, così come grandi macchine, grandi case, viaggi o vestiti di lusso, a ricchezza dovesse proseguire in un’eterna parabola d’accumulo era precipitata pure fra le strade del mio paese. Ma ecco che di fronte a questa persona appassionata, convinta che il riformismo garantisse una vera trasformazione del sistema, ecco che qualcosa, come un lampo o il bagliore d’una nuova coscienza, era esploso. Avrei voluto avere la sua intelligenza. La tenacia. Le convinzioni. Lo smalto politico. E anche l’autorità.

Annalisa De Simone è nata a L’Aquila nel 1983, ma oggi vive a Roma. È stata presidente del teatro Stabile d’Abruzzo e nel consiglio d’amministrazione di Cinecittà, collabora con la Rai. Scrive per Linkiesta e il Riformista. Ha esordito alla narrativa con Solo andata, Baldini&Castoldi, con Marsilio ha pubblicato Non adesso, per favore, nel 2016, Le mie ragioni te le ho dette, 2017, e Sempre soli con qualcuno, 2021.