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Rebecca Lighieri, Il club dei bambini perduti

La lucidità di Miranda

Non è facile essere figlia unica di una coppia molto unita e ancora di più se si è timidi tanto quanto la coppia è famosa e estroversa: Miranda si sente esclusa dal rapporto che hanno i suoi genitori, Armand e Birke, e loro nutrono molta preoccupazione nei suoi confronti. Il club dei bambini perduti di Rebecca Lighieri, pubblicato da 66thand2nd nella traduzione di Valentina Maini, dà prima voce a Armand, famoso attore di teatro, infedele marito di Birke, anche lei attrice bellissima e di talento, alla quale è legatissimo, e poi a Miranda, che dei suoi è giudice severo, pur amandoli con tutta sé stessa. La ragazza che ha dei doni nascosti, tra cui quello di prefigurare il futuro delle persone, a un certo punto si distacca dalla famiglia per andare a vivere con Swann, un giovane aspirante attore di cui vede tutti i limiti. Fino al finale a sorpresa. Un romanzo che racconta il rapporto padre figlia ispirandosi alla Tempesta di Shakespeare (e creando tutta una serie di altri rimandi letterari) e che mette in primo piano il disagio dei giovani in una società che non è fatta per loro.

Ma che cos’ha questa bambina? Ecco la domanda che ci poniamo da quando è nata. La domanda che mi ponevo ancora quell’anno, mentre lei si rinchiudeva nella sua stanza, rifiutandosi di immergersi nel vortice della vita. Ma può anche darsi che la vita, per Miranda, non sia mai stata un vortice.

Rebecca Lighieri, pseudonimo di Emmanuelle Bayamack-Tam, è nata a Marsiglia. È scrittrice e docente di letteratura francese. Ha pubblicato diversi romanzi, sia con il suo vero nome sia con lo pseudonimo, tra cui I ragazzi dell’estate (La Tartaruga, 2020), Arcadie (vincitore del Prix du Livre Inter 2019, finalista al Prix Femina, al Prix Médicis e al Prix de Flore) e La treizième heure (vincitore del Prix Médicis 2022). Con Il club dei bambini perduti è stata finalista al Prix Goncourt des lycéens 2024.