Rai Cultura

Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri

Una mostra a Roma, Palazzo Firenze

22-Ott-2025 > 09-Nov-2025

Se il suo universo creativo non può essere confinato in una sola disciplina, altrettanto vasta e fitta è stata la rete di contatti e rapporti personali, amicizie, conoscenze, frequentazioni e scambi intessuti da Camilleri con numerosi protagonisti della vita culturale dell’Italia

Sarà inaugurata il 22 ottobre (ore 18.00) nella Sala Walter Mauro di Palazzo Firenze a Roma, sede centrale della Società Dante Alighieri, la mostra Scene, voci, accenti, scritture: il teatro infinito di Andrea Camilleri, curata dallo storico della letteratura italiana Giulio Ferroni e dall’Unità Organizzativa Cultura della Società Dante Alighieri e realizzata dalla Società Dante Alighieri in collaborazione con il Fondo Andrea Camilleri e con la produzione di Arthemisia. L’iniziativa si inserisce nel programma del Centenario Camilleri promosso dal Fondo Andrea Camilleri con il Comitato Nazionale Camilleri 100.

La voce del conduttore radiofonico Marco Presta, che fu allievo di Camilleri all’Accademia nazionale d’arte drammatica, guiderà il pubblico alla scoperta dei materiali esposti che portano ad una più profonda comprensione della figura dello scrittore siciliano, andando ben oltre il suo ruolo di “inventore” del celebre Commissario Montalbano. Un percorso suggestivo, costruito attraverso  documenti originali, fotografie, lettere, copioni, edizioni rare e materiali audiovisivi, organizzato in sei sezioni tematiche, per ripercorrere la vita e l’opera di uno degli autori più amati del Novecento.

Camilleri, come già Pirandello, ha concepito il mondo come un grande palcoscenico dove voci, accenti e scritture si sono intrecciate in un teatro infinito. Delle voci e delle pronunce in cui detto teatro si manifestava, del diverso disporsi e intrecciarsi di linguaggi in situazione, degli accenti e posture dei diversi personaggi, persone o marionette che tutti siamo, Camilleri è rimasto sempre in ascolto, con “onnivora” partecipazione a tutti gli aspetti della vita del mondo 

La mostra di Palazzo Firenze, che rimarrà aperta al pubblico dal 23 ottobre al 9 novembre, nasce con l'intento di svelare la profonda coerenza di un impegno culturale e artistico, quello dell’autore, dagli anni della formazione giovanile fino alla sua consacrazione internazionale, attraversando il suo intenso impegno per il teatro, la radio, la televisione, la narrativa e l’arte visiva dalla metà del Novecento. Il percorso si chiude con gli anni della definitiva affermazione di Camilleri e con la rievocazione del monologo Conversazione su Tiresia, da lui stesso pronunciato nel 2018 nel Teatro Greco di Siracusa un anno prima della sua scomparsa. 

Le sezioni della mostra
  
LA FAMIGLIA, LA SCUOLA, LETTURE E SCOPERTE 
La prima sezione ci porta nell’intimità del giovane Camilleri mostrando foto di famiglia, suoi quaderni scolastici e le prime poesie autografe (1939–1941) accanto alle edizioni di Montale e Saba che ne hanno influenzato la scrittura. Due curiosi documenti ottocenteschi, ritrovati da lui tra le carte di casa, diventeranno spunto, molti anni dopo, per due celebri romanzi: "La bolla di componenda" e "La concessione del telefono". 

POETA O REGISTA? 
La seconda sezione parla di Camilleri poeta e intellettuale nel secondo Dopoguerra, attraverso lettere di Alba de Céspedes ed Elio Vittorini, taccuini del 1943 e 1945, e con la poesia "Morte di Garcia Lorca", premiata nel 1950, periodo in cui l'ingresso del giovane Andrea all’Accademia d’arte drammatica di Roma ne apre la lunga carriera teatrale. 

SULLA SCENA TEATRALE: TRA BECKETT E PIRANDELLO      
Due bacheche raccontano il Camilleri regista: dal sodalizio con Orazio Costa alle regie di Beckett, Pirandello e Ionesco, documenti, recensioni e copioni testimoniano la sua passione per il teatro dell’assurdo e ripercorrono la sua attività televisiva, dove spicca la produzione di una serie dedicata a Eduardo De Filippo

ERA LA RAI: RADIO E TELEVISIONE 
Camilleri autore per la RAI è narrato da lettere, copioni e sceneggiature radiofoniche e televisive come quelle del Versificatore (in mostra una lettera di Primo Levi), di Western di cose nostre (di Sciascia) e delle due serie Il tenente Sheridan e Maigret. 

UN INESAURIBILE NARRARE 
Due bacheche esplorano la nascita del Camilleri narratore: dal dattiloscritto "Mani avanti" (1967–68) a "Il corso delle cose" (1978), fino all’invenzione poliziesca di Montalbano. Il focus è posto sul personalissimo stile linguistico e narrativo, con lettere editoriali, traduzioni e un glossario siciliano redatto dallo stesso autore. 

FORME DELLA VISIONE 
La dimensione visiva è centrale nell’ultima sezione: i volumetti di Camilleri su Caravaggio, Guttuso e Renoir rivelano il suo interesse per l’arte. La mostra si chiude con la rievocazione del monologo Conversazione su Tiresia, che lui stesso recitò nel Teatro greco di Siracusa nel 2018. 
  
Materiali audiovisivi selezionati, che completano il percorso, provengono da Rai Teche, Palomar e Fondo Camilleri: interviste, reportage e apparizioni televisive, tra cui il tenero servizio del Tg2 del 1996, il programma Scrittori da marciapiedi, il dialogo con Patrizio Roversi in Per un pugno di libri e il backstage realizzato in occasione della produzione dello spettacolo Conversazione su Tiresia

La foto in copertina è di Fabrizio Villa.