Rai Cultura
Il Walt Disney Concert Hall a Los Angeles (USA)
1 / 20
Il Palazzo Zollhof a Duesseldorf (Germania)
2 / 20
La scultura "Il pesce d'oro" a Barcellona
3 / 20
La Fondazione Luis Vuitton a Parigi
4 / 20
Il Frederick R. Weisman Art Museum all'Università del Minnesota a Minneapolis (USA)
5 / 20
La casa di Gehry a Santa Monica (USA)
6 / 20
Il Guggenheim Museum di Bibao (Spagna)
7 / 20
L'Hotel Marqués de Riscal (Elciego, Spagna)
8 / 20
Il Jay Pritzker Pavilion a Chicago (USA)
9 / 20
Il Loyola Law School Campus a Los Angeles (USA)
10 / 20
Il MARTa Herford art museum a Herford (Germania)
11 / 20
La "Casa danzante" a Praga
12 / 20
Il Vitra Design Museum a Weil am Rhein (Germania)
13 / 20
La Cinematheque Francaise a Parigi (Bercy)
14 / 20
La Serpentine Gallery ad Hyde Park (Londra)
15 / 20
Il grattacelo residenziale nel Financial District di Manhattan (New York)
16 / 20
Un condominio di Berlino
17 / 20
IAC Building a New York
18 / 20
L'Aerospace Museum di Los Angeles (USA)
19 / 20
"Edgemar", centro commerciale a Santa Monica (Usa)
20 / 20

Frank Gehry: l'architettura come opera d'arte

La scomparsa dell'architetto canadese

Non è una novità l’idea secondo cui l’architettura possa profondamente influenzare un luogo e, talvolta, trasformarlo. Ma l’architettura e qualunque forma d’arte possono trasformare una persona e talvolta persino salvarla
Frank Gehry

Frank Owen Gehry nasce a Toronto nel 1929, si trasferisce negli Stati Uniti dove si laurea in architettura nel 1954 e ottiene un diploma in progettazione urbanistica alla Harvard University. Inizia a lavorare con l’architetto di origini viennesi Victor Gruen e, dopo un lungo soggiorno a Parigi dove studia le opere più recenti di Le Corbusier e le cattedrali romaniche francesi e tedesche, rientra negli Stati Uniti  e apre il suo primo studio professionale (1962).

La primissima fase della sua personalissima produzione è la casa progettata per la propria famiglia a Santa Monica (1978)

... improntata a un linguaggio informale e disadorno in cui ricorre l’uso di materiali grezzi, di riciclo e industriali: il pavimento della cucina è in asfalto stradale, il rivestimento esterno in pannelli di latta e fogli di compensato, le balaustre delle numerose passerelle del piano notte sono gabbie oblique in rete metallica simile a quella utilizzata per i pollai

Lo stile definito da Gehry stesso “cheapscape”, proposto nella sua casa di Santa Monica, viene riproposto per le case Familian a Los Angeles (1978), Wagner a Malibù (1978) e Spiller a Venice (1978-1979), per l’abitazione di un cineasta a Los Angeles (1981) e per i primi progetti non residenziali, tra cui il piano per i nuovi edifici della Loyola Law School (1978-1991). Il successo delle sue creazioni visionarie porta Gehry a ricevere, da Paolo Portoghesi, l’invito a realizzare una delle facciate per la “Strada Nuovissima” alla Biennale di Venezia del 1980.

A partire dalla metà degli anni Ottanta, Gehry costruisce in sequenza l’Istituto di Psichiatria a Yale (1985-1989), il centro commerciale Edgemar a Santa Monica (1984-1988), l’Areospace Museum di Los Angeles (1982-1984), tutte opere incentrate sul ruolo sociale e urbano di strade e piazze, interne ed esterne, che vengono concepite come scenari teatrali. La prima mostra monografica dedicata a Gehry, che si svolge a Minneapolis nel 1986, fu allestita a cura dello stesso Gehry.

Nel 1987 Gehry avvia la costruzione del Vitra Museum a Weil Am Rhein in Germania (1987-1989), che segna un cambio di rotta nella sua creatività: pianta rettangolare, elementi accessori come rampe, scale, lucernai e tettoie si proiettano verso l'esterno. Negli edifici tedeschi prevale la monomatericità dell’intonaco bianco, motivo già adottato precedentemente nel progetto per la biblioteca Francis Goldwyn a Holliwood (1983-1986). Tra le opere di questo periodo, l’edificio della Cinémathèque Française, nato come American Center, venduto nel 1996 allo stato francese per essere riaperto, nel 2003, in veste di “cinémathèque” (1988-1983).

Straordinario il clamore suscitato dalla Walt Disney Concert Hall di Los Angeles (1988-2003) ma, soprattutto, dal lungo e complesso cantiere del Guggenheim di Bilbao (1991-1997), l’opera che ha contribuito a rivoluzionare il concetto di museo contemporaneo come opera d’arte in quanto tale e come motore dei processi di riqualificazione urbana per aree fortemente degradate (nello specifico, le banchine dismesse del porto fluviale lungo il Nervion).

Tra i progetti portati a termine negli anni più recenti: la Gehry Tower a Hannover (2001); l'Issey Miyake a New York (2001); il Maggie's Centre a Dundee, in Scozia (2003); il Ray and Maria Stata Center a Cambridge, in Massachusetts (2004); la Brian Transeau's House a Los Angeles (2006); gli InterActiveCorp – IAC Headquarters di New York (2007).

Tra i riconoscimenti internazionali: il prestigioso Premio Pritzker, assegnatogli nel 1989; il Dorothy and Lilian Gish Award (1994), primo architetto a riceverlo e, nel 2008, il Leone d'Oro alla carriera durante l’undicesima Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia. Frank Gehry. Creatore di sogni è un appassionante racconto sulla vita del celebre architetto canadese realizzato da un suo vecchio amico, il regista Sydney Pollack. Un racconto che viene dalla voce dello stesso Gehry che dialoga con Pollack. Il film, iniziato nel 2000 e completato dopo circa 5 anni, è stato presentato al Sundance Film Festival ed ha partecipato alla 59ma edizione del Festival di Cannes 2006 fuori concorso. È stato nello stesso tempo il primo documentario e l'ultimo film della carriera di Pollack, morto nel 2008.

Architettura e cinema si incontrano lungo questo affascinante viaggio fatto di un bellissimo dialogo tra i due amici e le interviste ai suoi assistenti, ai suoi ammiratori più blasonati (tra i quali il musicista Bob Geldof), e le riprese effettuate negli edifici di sua creazione.

Frank Gehry è venuto a mancare il 5 dicembre 2025 a Santa Monica.