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Quinto non uccidere
La pena di morte
Secondo i dati di Amnesty International, nel mondo sono cinquantotto i Paesi in cui è ancora in vigore la pena di morte. Di questi, solo uno appartiene alle cosiddette democrazie occidentali: gli Stati Uniti d’America. La decisione di adottare la pena di morte è demandata ai singoli Stati della Federazione Americana e sono trenta su cinquanta quelli che la prevedono nel proprio ordinamento. Il Texas, da sempre, è in testa nella macabra classifica delle esecuzioni: dal 1976 al 2015 ne sono state eseguite 537, quasi la metà del totale.
L’opinione pubblica americana ha avuto sulla pena capitale un andamento alterno, ma dall’inizio del Ventunesimo secolo la sensibilità è cambiata e sono molti gli Stati che hanno deciso di abolirla. Punto di svolta è stata la moratoria adottata all’inizio del Duemila dal governatore dell’Illinois George Ryan. Torniamo però indietro ad un’epoca dove il consenso dell’opinione pubblica americana era fortemente a favore della pena capitale. Il giornalista Gianni Bisiach in una famosa inchiesta del 1966, ci apre le porte del carcere federale di Washington: “Per la prima volta una cinepresa entra in questi locali, dove sono ospitati alcuni tra i più temuti criminali americani”. Interviste crude si alternano con immagini ancora più forti degli strumenti adottati per le esecuzioni che vengono descritti con una lucidità disarmante.
Secondo i dati di Amnesty International, nel mondo sono cinquantotto i Paesi in cui è ancora in vigore la pena di morte. Di questi, solo uno appartiene alle cosiddette democrazie occidentali: gli Stati Uniti d’America
L’opinione pubblica americana ha avuto sulla pena capitale un andamento alterno, ma dall’inizio del Ventunesimo secolo la sensibilità è cambiata e sono molti gli Stati che hanno deciso di abolirla. Punto di svolta è stata la moratoria adottata all’inizio del Duemila dal governatore dell’Illinois George Ryan. Torniamo però indietro ad un’epoca dove il consenso dell’opinione pubblica americana era fortemente a favore della pena capitale. Il giornalista Gianni Bisiach in una famosa inchiesta del 1966, ci apre le porte del carcere federale di Washington: “Per la prima volta una cinepresa entra in questi locali, dove sono ospitati alcuni tra i più temuti criminali americani”. Interviste crude si alternano con immagini ancora più forti degli strumenti adottati per le esecuzioni che vengono descritti con una lucidità disarmante.